L`inceneritore si ferma: è rischio crisi

Seicento tonnellate al giorno accumulate tra Acerra e gli Stir
16 gennaio 2014 - Enrico Ferrigno
Fonte: Il Mattino

ACERRA. Si ferina imo dei tre forni dell'inceneritore, riparte lo stoccaggio dei rifiuti ne gli Stir per scongiurare l'insorgere di una nuova emergenza. Lo stop è avvenuto il 7 gennaio e immediatamente dalla Regione e da «Partenope Ambiente», la società che gestisce l'impianto, è partito il piano di smaltimento temporaneo della quota di immondizia che non verrà bruciata prima del prossimo fine settimana, quando dovrebbe essere riattivata la terza linea. Oltre 4800 tonnellate di rifiuti accumulate finora che via via sono state stoccate sia nell'avanfossa dell'inceneritore, che in aree appositamente realizzate presso gli Stir. «Si tratta di interventi di routine già programmati per garantire una maggiore efficienza dell'impianto e che comunque non incideranno sui conferimenti dei rifiuti», sottolineano alla «A2A», la società madre lombarda che controlla Partenope Ambiente. Tuttavia non viene affatto sottovalutata la prospettiva di una crisi di smaltimento rifiuti se le opere deovesse- ro prolungarsi. A determinare lo stop del terzo bruciatore è stato la rottura accidentale di uno dei surriscaldatori che genera il vapore con cui viene alimentata la turbina. «Possono sempre accadere delle anomalie anche in un impianto di ultima generazione come quello di Acerra. Ed è normale che venga fermato perché bisogna comunque garantire sempre la massima efficienza», rivela l'assessore regionale all'Ambiente Giovanni Romano. Non è la prima volta che l'inceneritore funziona a singhiozzo. L'ultima volta è capitato l'anno scorso a febbraio quando tutte e tré le linee
fiirono spente per consentire la manutenzione programmata della turbina con cui viene prodotta l'energia elettrica. «L'impianto è supercontrollato e da un improvviso calo di pressione si è accertata la rottura accidentale dei surriscaldatori probabilmente sollecitati dalle alte temperature con cui bruciano i rifiuti. Il danno riscontrato è stato maggiore di quello previsto, ma la terza linea dovrebbe ripartire di nuovo tra qualche giorno», spiega Sergio De Rosa, il responsabile unico del procedimento incaricato dalla Regione di occuparsi dell'inceneritore. Il termovalorizzatore inaugurato nel marzo del 2009 dall'allora premier Silvio Berlusconi e dal sottosegretario Guido Bertolaso, si compone di tré forni indipendenti che bruciano quotidianamente oltre 1950 tonnellate di rifiuti. Masonostatiinnumerevoli gli stop occorsi durante questi anni ai tré forni ufficialmente per lavori di manutenzione. Della questione se ne occupò nel 2010 anche la commissione bicamerale sulle Ecomafie. «Per un anno il termovalorizzatore ha funzionato abbastanza bene, ma i problemi si sono verificati ultimamente», spiegò ai commissari il comandante del Noe di Napoli Giovanni Caturano. Per l'ufficiale dei carabinieri, incaricato dalla magistratura di indagare sull'inceneritore, i continui stop erano attribuibili probabilmente alla cattiva qualità del rifiuto conferito, ma anche anche ad un eccessivo utilizzo dell'impianto. «Abbiamo preso in esame un impianto gemello che non ha mai avuto problemi e ci siamo resi conto che quello di Acerra lavora quattro volte in più», rivelò il comandante Caturano. «Alla fine quello che conta è il risultato: l'anno scorso l'impianto ha termodistrutto ben 680 nula tonnellate di rifiuti», rintuzza l'assessore regionale all'Ambiente Giovanni Romano.

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