Decreto in tempi rapidi

Campania Terra dei fuochi il governo conferma: in arrivo l`Esercito

15 gennaio 2014 - Pino Ciociola
Fonte: Avvenire

CASAL DI PRINCIPE (CASERTA) Non erano mai andati tanto giù, dentro la Terra dei fuochi. Mentre a ridosso di Casal di Principe - e ancor più a ridosso del cimitero dove riposa don Peppe Diana - Carabinieri e Forestale scavavano e scoprivano rifiuti fin dentro una falda acquifera, a Roma l'esecutivo dava parere favorevole all'uso da queste parti dell'esercito per frenare i roghi tossici, cominciava la discussione in aula a Montecitorio del decreto (emendato), che - con tutta probabilità sarà votato già oggi. «Una volta tanto le forze politiche sotto state tutte d'accordo o quasi - diceva il sottosegretario alla Difesa, Gioacchino Aliano - ad offrire soluzioni concrete per risolvere un problema specifico» e cosi «quello che già era un buon decreto è stato migliorato con la partecipazione di tutti, tranne l'astensione del M5S». Nel frattempo si scavava, appunto. Andando sempre più giù, quanto mai prima, sotto un cielo nero e la pioggia incessante. Spuntavano anche i contatori Geiger. Venivano fuori altri fanghi, probabilmente industriali. Veniva fuori, a una decina di metri di profondità, un fusto capace di una ventina di litri, rosicchiato dagli anni, dentro sembrava esserci solvente o forse idrocarburi, ma «bisognerà analizzarne il contenuto», dicevano i carabinieri della compagnia di Mondragone, con il Noe e con il Corpo Forestale dello Stato di Napoli, agli ordini della Direzione distrettuale antimafia napoletana. Alle porte di Casal di Principe, un paio d'ettari vici- m tempi rapidi E nel Casertano si scava ancor no alla statale 7-bis Nola-Villa Literno, nella zona di Villa di Briano.
Si spingevano fino a dodici metri di profondità, cioè un paio di metri nella falda acquifera (che va da dieci a diciotto). Anche qui rifiuti di ogni tipo, urbani e più o meno speciali. Ma il risultato importante, per gli investigatori era purtroppo la conferma che gli sversamenti da queste parti sono stati sistematici per molto, molto tempo. E potrebbe non essere finita, visto che continueranno a scavare almeno per altri quattro o cinque giorni, raggiungendo i ventidue metri di profondità e allargando il campo. «Non sono emersi, al momento, fusti tossici - raccontava il capitano Lorenzo lacobone -, ma è stato evidente agli occhi di tutti che il terreno non ha un aspetto naturale. I risultati delle campionature ci diranno cosa è stato seppellito in questi anni...». Infatti a seguire gli scavi erano davvero visibili, man mano che l'escavatrice scendeva, i colori diversi dei terreni, i fanghi, i copertoni e le plastiche, i resti di materiali edili, i rifiuti più o meno speciali, più o meno tossici, che risalivano alla luce, dopo chissà quanti anni, da lì sotto...

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