Terra dei fuochi, caccia ai rifiuti tossici Un pentito assicura: qui sotto c`è l`inferno

14 gennaio 2014 - Pino Ciociola
Fonte: Avvenire
CASAL Dl PRINCIPE Qualcuno urla, in dialetto, «usate la scavatrice a corda! Usate la scavatrice a corda!». Hanno sbancato il terreno fino a dieci metri di profondità e sono saltati fuori fanghi industriali (che ora vanno analizzati), alcuni fusti pieni di chissà cosa, unbelpo' di amianto e rifiuti edili. Ma non stanno cercando tutto questo. Perché sanno che dovranno spingersi giù almeno a diciotto metriper trovare quel che hanno raccontato essere lì i pentiti Roberto Vargas e Francesco Della Corte. Alle porte di Casal di Principe, davanti al suo cimitero: unpaio d'ettari vicino alla statale 7-bis Nola-Villa Litemo, nel territorio divilla diBriano.
Gli scavi sono stati disposti dalla Direzione distrettuale antimafia napoletana e li stanno eseguendo i carabinieri della Compagnia di Mondragone (Caserta), con il Noe e il Corpo Forestale dello Stato di Napoli. Usano, da ieri mattina alle otto, grandi escavatrici confiscate alla camorra e, per questo, le usano con un sottile piacere: non hanno superato la falda acquifera e raggiungeranno oggi quota diciotto metri. Mentre a Casal di Principe è ancora in vigore un'ordinanza comunale che vieta l'uso dei pozzi e sono ancora sequestra te tré aree (nelle quali gli scavi portarono alla luce materiali sospetti)
. Lo spiegamento di forze è quello delle grandi occasioni. Stesso spiegamento di forze da parte dei cronisti, che vengono tenuti a debita distanza dal "cratere" che via via, passando le ore, si fa sempre più profondo e largo: c'è addirittura una reporter a stelle e strisce del "NewYorkIìmes" e proprio nel suo numero di oggi il tedesco "Der Spiegel" ha confezionato un lungo servizio sulla "Terra dei fuochi". Telecamere e macchine fotografiche ci danno dentro. Tutti aspettano il "ritrovamento" da richiamone in prima pagina. L'ufficio stampa nazionale della Forestale, dalla capitale, l'altro ieri aveva diffuso un bei comunicato per avvisare i mezzi d'informazione. E la Dda non deve averla presa benissimo, visto che si rinchiude nel silenzio e (ieri) fa filtrare che «oggi non abbiamo nulla da dire».
La giornata, bella e calda, intanto scorre e se ne va carica di questo clima di attesa del Grande Evento mediático. Nel primo pomeriggio arrivano molti curiosi che si sistemano dietro le recinzioni di questo terreno, il cui proprietario non sa nulla: «Se trovano qualcosa, dovranno capire chi lo ha messo e perseguirlo», dice - in sostanza - concedendosi a lungo a taccuini e riprese. Intanto la scavatrice non molla e va sempre più giù. Ecco i fusti, ecco i fanghi, i copertoni, gli scarti edilizi e immondizia di case e abitazioni. E se per gli occhi lo spettacolo non è di quelli coi fiocchi, in compenso finora non sembra ci sia molto da temere per la salute di chi abita qui intorno. Nel primo pomeriggio un elicottero, sempre della Forestale, volteggia sugli scavi e li riprende a lungo. Cosi l'attesa, inevitabilmente, cresce. Ma alle sedici, prima che cali il buio, si spengono i motori delle escavatrici e tutti a casa. Si ricomincia stamane, sempre alle otto: a scavare e ad attendere.
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