Rifiuti tossici, ruspe in azione sui terreni dei casalesi: oggi ricominciano gli scavi
VILLA DI BRIANO. Hanno scavato alla ricerca di fusti tossici, ma hanno trovato solo acqua di uno strano colore bianco, fango, due scatolette di latta per alimenti, tré pneumatici, pilastri di cemento e scarti del settore edile. «Si tratta di inerti di lavorazione, si trovano in tutti i terreni qui», ha precisato il presidente di Legambiente a Casapesenna, Nicola Diana, giunto ieri mattina in via Kruscev, a Villa di Briano, per assistere al lavoro delle ruspe in aperta campagna, tra sacchetti maleodoranti di spazzatura e qualche pezzo di eternit qua e là. Un lavoro ordinato e diretto dalla procura Antimafia di Napoli, pm Giovanni Gonzo, sulla scia delle indicazioni dei collaboratori di giustizia: Roberto e Giovanni Vargas e Francesco Della Corte. Il primo e il terzo, autori dell' omicidio di tré affiliati, due dei quali uccisi e sepolti nudi sotto tré metri di terra nel 2009. Il secondo, invece, è del tutto nuovo allo scenario delle nuove collaborazioni. C'erano proprio tutti ieri mattina all'alba su quel lembo di terreno che separa Casal di Princi pe da Villa di Briano, mentre a 40 chilometri di distanza, a Sessa Aurunca, altre ruspe, su ordine di un'altra procura, quella di Santa Maria Capua Vetere, le trivelle hanno bucato il terreno dell'excentrale nucleare del Garigliano, chiusa da anni e in fase di dismissione da parte della Sogin. I campioni sono stati prelevati anche lì dall'Arpac e dai funzionaridell'Ispra, peressere sottoposti ad analisi approfondite. Il tutto, per verificare l'inquinamento delle falde acquifere da un lato all'altro della provincia di Caserta. Al centro, ci sono le provette riempite dall'Arpac con terreno e melma che nei prossimi giorni dovranno essere analizzati. L'appuntamento per domani a Villa Di Briano per continuare a scavare è fissato perle otto di questamattina, ma almeno, questa volta - a differenza del settembre del 2013 - lo Stato non pagherà nemmeno un euro. Le due pale meccaniche, il camion e il bulldozer entrati in azione ieri sono stati, infatti, confiscati alla camorra e gestiti da un amministratore giudiziario nominato dalla procuraAntimafia. Sul posto c'era anche l'imprenditore Pasquale Corvino, proprietario delle pale, con dannato in primo grado per turbativa d'asta nel processo Normandia2: «Sono venuto qui perché a me piace vedere in funzione i miei mezzi - ha spiegato soffro nel vederli fermi. È vero, sono stato condannato, ma io spero che venga fatta chiarezza». Ditutt'altro tono la dichiarazione resa dal proprietario del terreno, l'avvocato civilista Stanislao Di Bello di San Cipriano: «Questo terreno - ha spiegato. probabilmente infastidito - fu già oggetto sedici anni fa di sequestro e di scavi, quando lo acquistai, nel 1991, scoprii la presenza di una buca di oltre venti metri fatta dai precedenti proprietari senza autorizzazione durante la costruzione della Nola-Villa Uterno. Qui anche dopo hanno sversato di tutto nonostante le recinzioni e le mie denunce ai carabinieri, mai nessuno però è venuto a controllare, chi era preposto si è distratto un attimo. E come ultimo sberleffo, ieri mi hanno rubato anche rete della recinzione». In sostanza, il terriccio presente in quelle zone, sul finire degli anni Ottanta, era stato prelevato in maniera abusiva dalle imprese in odore di camorra che stavano costruendo la strada Statale No ia-Villa Uterno. Quella terra d( veva servire per formare la bai del rialzo ai piloni della strac (troppi rispetto alla lunghezs della strada, ma tanto basta per far lievitare il costo del lave ro e la quantità di cemento ñ pagare) e gli invasi svuotati in v. rie campagne sono stati pi riempiti da rifiuti speciali provi nienti dal Nord Italia, stando racconto dei pentiti.