Ambiente Come funziona la struttura che dialoga col Governo Così la Terra dei fuochi ha rottamato i partiti

Terra dei fuochi, il comitato che ha sostituito i partiti Settanta associazioni con quindici delegati

Avvocati da Realacci Il presidente della Commissione Ambiente ha chiamato gli avvocati del movimento per farsi consegnare gli emendamenti al decreto-legge
Più efficaci dei politici Lucio lavarone, portavoce del Coordinamento: «Siamo professionisti che hanno sposato la causa del territorio e i problemi degli altri»
8 gennaio 2014 - Vittorio Moccia
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Settanta comitati riuniti in un Coordinamento nella Terra dei fuochi. Cittadini, per lo più professionisti, che ieri hanno ottenuto la legittimazione del Palazzo, giacché il presidente della Commissione Ambiente della camera, Realacci, ha chiamato una loro rappresentanza a Roma per ricevere gli emendamenti di modifica al decreto del Governo. Una vera rivoluzione di democrazia orizzontale: cittadini che dialogano direttamente col potere superando partiti e deputati. Ludo lavarone, porta voce ,del Coordinamento, spiega: «E un fenomeno storico. Siamo distanti dai partiti e accomunati da una sola esigenza: mettere fine al disastro ambientale».
NAPOLI — Ma davvero i partiti accetteranno di essere scavalcati da un manipolo di cittadini sia pure ben organizzati? A ben vedere non proprio: gli esponenti del «Coordinamento Comitati fuochi» non nascondono che da un po' di tempo sono iniziate le manovre di accerchiamento. Un corteggiamento che ora si fa più serrato: «Ad alcuni di noi hanno proposto di candidarsi alle Europee — racconta il portavoce Lucio lavarone — ma abbiamo ringraziato e rifiutato». Sicuro che nessuno abbia dato ascolto alle sirene della vecchia politica? Ancora lavarone: «Guardi che quando si lotta insieme e si soffre in un territorio come questo, si cementano amicizie. C'è un collante di lealtà più duro dei vecchi partiti di cui non ci fidiamo più. Ministri e deputati sono venuti qui e li abbiamo accolti. Ma ora devono agire e subito. Peseremo le loro parole nel giro di settimane, non aspetteremo mesi». Intanto ieri è arrivata la legittimazione definitiva: Valentina Centonse e Armando Corsini, avvocati del «Coordinamento Comitati fuochi», sono stati chiamati a Roma dal presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci. Gli hanno consegnato gli emendamenti al decreto terra dei fuochi «per correggere e migliorare il provvedimento del Governo». Se l'articolato documento (partorito da uno dei sette tavoli tecnici del movimento) verrà accettato, sarà una svolta storica. «Per la prima volta nella storia della Repubblica — spiega Ambrogio Vallo che con i due colleghi coordina il tavolo legale — verranno proposti emendamenti da semplici cittadini e non da parlamentari». Ben più veloce del complicato iter referendario. Potrebbe essere il primo, concreto esempio di democrazia diretta, di norma scritta (anzi riscritta) direttamente da esponenti del popolo italiano, anziché dai suoi rappresentanti in Parlamento. D'altronde qualche giorno fa addirittura il Capo dello Stato, in una lettera inviata a don Maurizio Patriciello, aveva consacrato il lavoro svolto dalla rete delle associazioni per denunciare, stimolare e proporre soluzioni al dramma ambientale dell'area a Nord di Napoli e a Sud di Caserta. D Presidente aveva scritto di condividere l'allarme e il dolore delle mamme che avevano perso i figli per cancro «confidando che non abbandonino la fiducia nell'impegno delle istituzioni»; impegno, aveva sottolineato Napolitano, «reso più coeso e credibile anche grazie alla partecipazione attiva della rete di comitati e singoli cittadini». Così la democrazia diretta, orizzontale, sembra farsi carne e sangue proprio nella martoriata Terra dei fuochi, attraverso un movimentismo dal sapore nuovo e originale che vede protagonisti cittadini «borghesi», per lo più professionisti. Da quasi due anni mettono gratuitamente le proprie competenze al servizio della comunità allo scopo di risolvere un problema drammatico e doloroso: quello dell'avvelenamento ambientale con il suo carico di morte e dolore. E la politica tradizionale? E i partiti? Completamente esautorati dal loro ruolo, assolutamente scollegati da un contesto umano e sociale di cui non riescono più a rappresentare esigenze e interessi. Tanto che ieri sul «Mattino» il pur giovane sindaco di Villa Litemo Nicola Tamburrino, 30 anni, lamentava che «lo Stato ascolta più i comitati che noi sindaci». La struttura Tutto sommato una verità. Ma chi sono i protagonisti di questa rivolu zione in bilico tra Tocqueville, la democrazia partecipata, con sprazzi di leghismo sudista e forte del richiamo etico-religioso, di un pastore come don Maurizio Patriciello? Di certo gli animatori del «Coordinamento Comitati fuochi», che ormai comprende 70 associazioni del territorio, non sono «No Tav» e nemmeno «No Muos», non sposano cioè la logica della contestazione e del no preventivo. Distanti da tutti i partiti, grillini compresi, rivendicano una loro autonomia decisionale, una concretezza di azione che mira a risolvere i problemi, ad avanzare proposte precise. Spiega ancora il portavoce del coordinamento, l'afragolese Lucio lavarone, 41 anni, project manager della Selex-Elsag, azienda italiana del settore Difesa, sposato e con un figlio: «Siamo un'aggregazione autonoma, apartitica e aconfessionale, nata un anno e mezzo fa per contrastare e sanare le devastazioni ambientali del nostro territorio». I quindici referenti del coordinamento, così come per tutte le altre cariche, vengono eletti per due anni con la possibilità di una sola riconferma. «Abbiamo tavoli tecnici composti da legali, architetti , ingegneri, insegnanti, medici, esponenti di tutte le professioni e dei territori devastati dai veleni — aggiungi lavarone —. Ovviamente in don Patriciello ri conosciamo il sacerdote che ci ha dato la for za per ribellarci e organizzarci, la guida mora le che ci consente oggi di confrontarci con li istituzioni che fa da parafulmine, scuote le co scienze e sveglia quanti sono ancorati » . L'ambizione più grande dei membri del Coordinamento? «Scioglierlo per raggiungimento dell'oggetto sociale e ognuno al la propria professione e alla propria fami glia». Resistendo alle sirene dei partiti, che di queste parti ormai sembrano avere l'appeal di una minestra riscaldata.

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