Napoli. Dopo la lettera di Napolitano. «Dramma umanitario»

Terra dei fuochi appello dei vescovi «Si faccia presto»

L'appello alle istituzioni dei vescovi della Terra dei fuochi
La lettera firmata dal cardinale Sepe: «Troppi stanno pagando sulla propria pelle l'arroganza, la prepotenza, l'avidità e la stupidaggine dei criminali»
5 gennaio 2014 - Rosanna Borzillo
Fonte: Avvenire

NAPOLI Non abbassare la guardia: concordano Istituzioni, Chiesa, cittadini, dinanzi al «dramma umanitario» che colpisce la Terra dei fuochi. «La serietà delfenomeno non può permettere di abbassare la guardia», scriveva il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dal suo soggiorno a Napoli in Villa Rosebery, m una lettera a don Maurizio Patriciello, il prete anti-roghi, spazzando via ogni dubbio sulle polemiche per aver evitato il suo abituale caffè a] Gambrinus dove ad aspettarlo c'erano i comitati contro l'avvelenamento di quella zona della Campania. Ieri l'intervento della Chiesa campana con una lettera-appello in cui chiede alle autorità di intervenire rapidamente per risolvere il dramma della Terra dei fuochi. L'appello arriva direttamente dall'arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe e dai vescovi diA- versa, Caserta, Capua, Acerra, Noia e Pozzuoli - ormai noti come i vescovi della "terra dei fuochi" - che firmano un nuovo documento comune, il secondo dopo quello diffuso nel novembre del 2012. «Il disastro ambientale che denunciammo circa un anno fa si è trasformato in un vero dramma umanitario, anche per il tasso di patologie tumorali che è più alto che in altre parti d'Italia» si legge nella lettera. «Bisogna frenare il dilagare di paura e di mali», scrivono. I dati sono inequivocabili: dal 2009 al 2012 le esenzioni dal ticket per tumori maligni sono passate ad Acerra da 427 a 774 (più 81,2%), a Giugliano da 1.236 a 2.025 (più 63,8%) a Maraño e Quarto da 1.457 a 2.065 (più 41,7%) e via via tutti gli altri fino adAfragola, da 698 a 793 (più 13%).
«Non abbiamo competenza per dare suggerimenti e indicazioni- aggiungono i presuli campani - ma siamo pronti ad affiancare tutti gli uomini di buona volontà, facendoci interpreti dell'angoscia di quelli che non riescono a far sentire la loro voce e il loro pianto«. Ecco perché nei mesi scorsi il cardinale di Napoli e i vescovi campani hanno sostenuto le mobilitazioni cittadine: il 26 ottobre e il 16 novembre nel centro storico è arrivata la provincia "malata" a protestare, a cercare risposte. Oggi i vescovi la affiancano, incoraggiati dal presidente Napolitano, e puntano il dito «contro l'arroganza, l'inciviltà, l'avidità e la stupidaggine di criminali che, senza avere pietà neppure per i propri figli e i propri familiari, non hanno esitato a vendere la propria terra a persone disoneste quanto loro, vio- lentandola e avvelenandola». Dalla Campania, dopo oltre dieci anni di abusi, è partita la grande mobilitazione che ha spinto il governo e i vescovi locali «alla più ferma condanna del tanto male provocato dalle forze del malaffare». Perciò i vescovi «auspicano che il percorso avviato dalle istituzioni pubbliche possa proseguire efficacemente, affinchè torni serenità nelle comunità coinvolte». «Le parole del cardinale Sepe e dei vescovi insieme a quelle del Capo dello Statorichiamano tutti ad individuare soluzioni sempre più efficaci e condivise» è intervenuto anche il pre sidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. «Ci vorrà tempo - sottolinea il presidente - per superare definitivamente questo dramma perché il danno è grave in quel pezzo della nostra terra».

Le dichiarazioni

IL COMMISSARIO «L'attenzione resta altissima, e il presidente Napolitano segue costantemente la problematica dice il commissario antiroghi Donato Cafagna -. Questa è un'azione che richiede un impegno sistematico e costante».
ROSI BINDI (PD) «La politica faccia la sua parte. Va awiato un percorso serio di bonifica del territorio e di ripristino della legalità, contrastando ¡ fenomeni criminali che sull'intera filiera dello smaltimento dei rifiuti hanno fatto affari lucrosi».
BONELLI (VERDI) «L'Italia è il Paese delle bonifiche dimenticate dove più di 6 milioni di persone non sanno cosa respirano, mangiano e perché si ammalano. La corruzione e la criminalità hanno rubato il futuro e la salute ai cittadini».
SCOTTO (SEL) «II decreto che discuterà la Camera la prossima settimana rischia di essere solo un tampone ad una vicenda che ha assunto proporzioni gigantesche. Le bonifiche vanno controllate e accelerate e servono nuovi fondi»

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