Don Patriciello su Fb: mi ha cercato il Quirinale

Ambientalisti in piazza Napolitano, niente caffè

Comitati della Terra dei fuochi davanti al Gambrinus
Don Patriciello: «Mi hanno chiamato dal Quirinale»
2 gennaio 2014 - Angelo Agrippa
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Malumori da parte comitati della terra dei fuochi verso il presidente della Repubblica. Don Maurizio Patriciello, il parroco del parco Verde di Caivano, ha rivelato sul suo profilo Facebook di essere stato contattato telefonicamente, lo scorso 31 dicembre, da un collaboratore del capo dello Stato, il quale voleva conoscere le ragioni alla base del dissenso espresso dai comitati di cittadini all'indirizzo del Quirinale. Si era pensato anche ad un incontro tra il sacerdote e Napolitano, da ieri a Napoli, ma da ambienti vicini al presidente l'indiscrezione è stata smentita.
NAPOLI — Lo aspettavano tutti al Gambrinus, ieri mattina, ma sono rimasti delusi: sia i manifestanti di Terra dei fuochi, accorsi a decine e con gli striscioni, in piazza Trieste e Trento, che i turisti, in questi giorni di festività particolarmente numerosi per le strade di Napoli.
Giorgio Napolitano è giunto nel capoluogo partenopeo per rintanarsi a Villa Rosebery, dove rimarrà, secondo quanto trapelato, fino all'Epifania. Per ora, in agenda, non è previsto neanche un incontro con il governatore Stefano Caldoro, con il quale il capo dello Stato si sente spesso per essere aggiornato sugli impegni istituzionali rivolti ad affrontare la questione dei terreni avvelenati dall'inquinamento in Campania. L'attenzione sul tema da parte di Napolitano è stata sottolineata anche in un passaggio del suo discorso di fine anno, dopo che il presidente della Repubblica ha espresso la sua personale vicinanza alle popolazioni matesine colpite dal terremoto: «Non si dimentichi — ha ammonito il presidente della Repubblica in televisione — nel fuoco di troppe polemiche sommarie, che l'Europa unita ha significato un sempre più ampio riconoscimento di valori e di diritti che determinano la qualità civile delle nostre società. Valori come quelli, nella pratica spesso calpestati, della tutela dell'ambiente — basti citare il disastro della Terra dei fuochi — del territorio, del paesaggio».
E l'argomento Terra dei fuochi resta centrale in questi giorni di permanenza a Napoli. Tanto che don Maurizio Patriciello, il parroco del parco Verde di Caivano, ha rivelato sul suo profilo Facebook di essere stato contattato telefonicamente, lo scorso 31 dicembre, da un collaboratore del capo dello Stato, il quale voleva conoscere le ragioni alla base del dissenso espresso dai comitati di cittadini all'indirizzo del Quirinale. Si era pensato anche ad un incontro tra il sacerdote e Napolitano, ma da ambienti vicini a quest'ultimo l'indiscrezione è stata smentita. «Ï 31 dicembre 2013 ho ricevuto una telefonata dal Quirinale — ha scritto don Patriciello —. Un collaboratore del Presidente della Repubblica, di cui non ricordo il nome, mi ha chiesto il motivo di tanto malcontento verso Napolitano dalle nostre parti. Ho avuto modo di dirgli che il nostro popolo è esasperato. Abbiamo parlato della trasmissione di domenica scorsa su La7 con due mamme coraggiose e nobili che hanno perduto i figli e la presenza di Cannine Schiavone. Gli ho detto che le parole di Schiavone hanno gettato nell'angoscia più profonda tantissime persone. Ho continuato dicendogli che è cosa gravissima per i cittadini ascoltare nomi, cognomi e soprannomi di persone che secondo lui sono camorristi e che occupano posti importantissimi nel cuore dello Stato. Io non dico che Schiavone sia la bocca della verità. Proprio per questo - se dice il falso, cioè - non capisco perché non venga immediatamente messo nella condizione di non colpire alla deca. Non capisco come mai compare ancora in televisione. Non capisco perché chi di dovere non prende in mano la situazione e, davanti agli italiani, dica finalmente le cose come stanno».
Patriciello, insomma, vorrebbe che si uscisse dall'equivoco: «A maggior ragione, se Schiavone sta dicendo il vero — aggiunge nel suo post — la paura, la rabbia, lo sconforto di tanta gente sono più che giustificati. Ho detto al signore che mi telefonava che, secondo me, sarebbe stato importante per noi campani se nel discorso di fine anno, il Presidente avesse avuto parole anche per noi in riferimento al dramma che ci uccide. Ho potuto notare che ieri sera, Napolitano, in un passag gio ha fatto riferimento alla "Terra dei fuochi" e al disastro ambientale che stiamo sopportando. Un piccolo passaggio, per la verità, ma c'è stato. Vediamo che succede in questo anno che si apre davanti a noi. Da parte nostra non possiamo che continuare questa battaglia faticosissima e nobilissima. Tirare i remi in barca, oggi, sarebbe impossibile. L'amore per la nostra terra e la nostra gente ci costringe. Auguro a tutti un anno ricco di impegno e di vittorie. Aiutiamoci a vicenda a riprendere le forze. Sosteniamoci nel tenere accesa la fiammella della speranza».
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