Il caso Sapna

Spazzatura, tra sei mesi la gestione ai Comuni ma ora si rischia il caos

La società dei rifiuti vanta 300 milioni di crediti dai Comuni Pentangelo: proroga assurda mentre si smantella la Provincia
2 gennaio 2014 - Adolfo Pappalardo
Fonte: Il Mattino

 

Circa 300 milioni di crediti da incassare, 2 impianti stir da gestire (oltre ai siti di ecoballe e le sei discariche dismesse) e 210 dipendenti da sistemare. È il caos Sapna dopo il provvedimento del ministro Deirio (ma manca il sì del Senato dopo l'ok della Camera) che abolisce le Province. Un'ancora (piccola) di salvataggio per la società dell'ente di piazza Matteotti che gestisce i rifiuti è contenuta nell'ultimo decreto milleproroghe: una proroga, appunto, di sei mesi. Azione ne cessaria perché in Campania, unico caso in Italia, con l' entrata in vigore della legge 26/2010 (quella che chiudeva la ventennale fase d'emergenza), sono le Province e non i comuni a gestire i rifiuti. E ora, cose all'italiana, dopo appena 3 anni, si ritorna alle gestioni comunali. Ma in mezzo ci sono strutture e conti da chiudere e sei mesi, comunque sia, che sono pochi, troppo pochi per chiudere i conti, i registri contabili e recuperare i crediti vantati. Senza contare i fornitori che ancora pretendono il pagamento dei servizi effettuati. Quasi sicuramente finirà tutto in mano ad un liquidatore incaricato di chiudere i conti mentre gli impianti da gestire (tra Stir, siti e discariche dismesse) passeranno ai rispettivi Comuni (da organizzarsi in tré ambiti di bacino secondo la legge regionale). Per oggi era stata convocata già un'assemblea della società con all'ordine del giorno un solo punto: lo scioglimento. Rinviata. Per ora. Ma la proroga anzinchè essere d'aiuto rischia solo di creare ulteriori problemi. «In vista dello scioglimento della società sono scadute l'ultimo giorno del 2013 spiega Enrico Angelone, amministratore unico della società - ben 32 gare di affidamento. Ci siamo attenuti alla legge». E ora? «Ora saremmo costretti a dare una proroga di un mese ed a fare continua Angelone una gara per contratti di appena 5 mesi? Sa cosa significa? Chiaramente un servizio di qualche mese, m proporzione, costa in più che affidarlo perun anno o due. Mi dica lei qual è il risparmio...». E poi c'è l'enorme problema di incassare i debiti contratti in que sti anni dai comuni napoletani: 232 milioni sino al dicembre 2012 e altri 70 per il 2013. Solo palazzo San Giacomo deve oltre 50 milioni di euro anche se, a onor del vero, da qualche mese ha iniziato un piano per ripianare i suoi debiti saldando già 7 milioni. E così qualche altro comune campano. Ma sempre 302 milioni, o poco più, mancano all'appello. Ed è difficile, con i comuni alle prese con i bilanci in rosso, incassare questi crediti entro i prossimi sei mesi. Senza contare il capitolo dipendenti della società della Provincia: 210 diretti che non è chiaro come e dove saranno assorbiti. «Quando invece i Municipi pretendono e incassano subito dai rispettivi cittadini il pagamento della Tarsu», chiosa Antonio Pentangelo, presidente della Provincia di Napoli che giudica assurdo tutto questo processo: «Con l'anno nuo vo il servizio di gestione dei rifiuti doveva essere totalmente di competenza dei Comuni. Poi il mille proroghe ci concede altri sei mesi. Un fatto buffo, se non drammatico, visto che c'è stata una corsa all'ultimo minuto per affidarci una proroga di tali servizi mentre stanno approvando la legge sullo svuota-poteri delle Province». E ora cosa accadrà? «Guardi è noto come la penso sul taglio delle Province: non si azzera alcuno spreco. Anzi. Complicato invece - conclude Pentangelo - chiudere tutti i capitoli gestiti da noi: scuola, viabilità. E ancora solo il passaggio degli edifici di nostra proprietà. E, infine, il capitolo Sapna con tutti i crediti che vanta. Mi creda sarà un disastro». 

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