Caivano, i cavoli superano la prova del laboratorio: dissequestrati

28 dicembre 2013 - m.d.c.
Fonte: Il Mattino

Non sono più «cavoli amari». E a Caivano, uno degli epicentri della Terra dei Fuochi, scatta il primo dissequestro di ortaggi. In particolare cavoli. Quelli coltivati su un lotto di circa ventimila metri quadrati, finiti nel maxi sequestro di ben quarantatre ettari (circa 400 mila metri quadrati) sequestrati lo scorso dodici novembre dalla guardia forestale di Napoli. Le analisi di laboratorio dell'Arpac, hanno infatti evidenziato che nei campioni raccolti sul campo i parametri accertati sulla presenza di Pvc (policlorobifenili), quelli sugli Ipa (idrocarburi ciclici aromatici) e anche sulla presenza di fitofarmaci, sono conformi alla normativa sia italiana (già molto severa) che quella europea. E con la stessa rapidità con la quale scattò il sequestro, non appena il procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso (responsabile del settore reati ambientali della Procura di Napoli) ne ha disposto il dissequestro, immediatamente questo è stato notificato ai proprietari del fondo dagli agenti del comando provinciale del Corpo Forestale di Napoli diretto dal generale Sergio Costa. Il dissequestro permetterà dunque la raccolta e la commercializzazione dei cavoli. La buona notizia, molto apprezzata anche dagli agenti della forestale, ha fatto rapidamente il giro tra gli agricoltori di Caivano, e anche di quelli delle vicine Acerra e Marcianise, che dopo cinque mesi di incubo intravvedono la luce nel fondo del tunnel. In questa zona dallo scorso mese di luglio sono stati sequestrati circa seicentocinquantamila metri quadrati di campi, una settantina di pozzi risultati inquinati e una decine di discariche «tombate». Sequestri preventivi, fatti eseguire dalla Procura di Napoli a tutela della salute dei consumatori. La seconda fase delle indagini, ancora in corso, ha riguardato la campionatura di ortaggi, suolo e acque dei pozzi, eseguite dai tecnici di laboratorio dell'Arpac. E uno dei primi risultati ha riguardato proprio questi due ettari coltivati a cavoli, che hanno superato la prova di laboratorio e possono essere quindi consumati senza alcun problema. 

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