Le Monde: «Napoli pattumiera d`Italia»

Reportage del quotidiano francese. Che però racconta di Caivano e Giugliano
21 dicembre 2013 - Angelo Lomonaco
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI — Il ceffone più sonoro e mortificante dalla stampa straniera a Napoli e all'Italia arrivò nel luglio '97, quando la rivista tedesca Der Spiegel pubblicò in copertina la foto di un piatto di spaghetti «conditi» da una pistola. Il titolo era «Italia paese delle vacanze». In alto a sinistra, uno strillo aggiungeva: «Sequestro, scippo, estorsione». Un ceffone che, assestato all'immediata vigilia della stagione estiva, contribuì a rovinarla, soprattutto nel Sud. Negli anni successivi, l'emergenza rifiuti ha fornito a quotidiani e periodici di tutto il mondo innumerevoli e fondati motivi per parlare male di noi, per rovinare l'immagine di Napoli, della Campania e del Mezzogiorno e per rovinare molte altre stagioni turistiche. L'onda lunga di quell'emergenza, ufficialmente chiusa a fine 2008, prosegue ancora. Ruotando intorno al nuovo luogo — fisico e comune — simbolo dell'inquinamento, la Terra dei fuochi.
Così ieri, soltanto nell'edizione on line a causa di uno sciopero che ha bloccato l'usata di quella cartacea, il quotidiano francese Le Monde pubblicato un ampio servizio firmato da Philippe Ridet, inviato speciale a Caivano e Giuliano e intitolato «Naples, la poubelle de l'Italie», cioè «Napoli, la pattumiera d'Italia». Titolo indubbiamente suggestivo, anche se non è di Napoli ma della provincia Nord che si parla, quella che una volta era Campania Félix. Non stupisce, quindi, che l'articolo sia aperto dalla frase «Le mots sont trompeurs», le parole sono ingannevoli. Il giornalista francese si riferisce al nome del Parco Verde di Caivano, poco rispondente all'idea che chi non conosce i luoghi potrebbe farsi. Intanto, però, è fuorviante anche fare di Napoli e della provincia un unico fasdo, sebbene alla vigilia della nascita della Città metropolitana. L'articolo, pure attraverso le dichiarazioni di don Maurizio Patriciello (che si autodefinisce «sommelier della puzza»), del medico Luigi Costanze, della pasionaria della spazzatura Luda De Cicco e altri, racconta dei rifiuti tossici interrati, cita «Gomorra», cita l'inchiesta americana sull'acqua ripresa dall'Espresso, descrive i roghi di immondizia e così via . Nulla di diverso, nulla di più di dò che negli ultimi mesi hanno pubblicato i giornali italiani, com presa qualche considerazione sul fatto che la «munnezza è oro». Non per i napoletani campani e non solo per la storica incapacità di farla fruttare. Chissà quanto d il nuovo ceffone, quel titolo «Napoli, la pattumiera d'Italia».

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