«Nonno difendeva i diritti dei cittadini»

NAPOLI. Ieri nell'aula della nona sezione penale di Napoli, presidente Maria Aschettino, si è tenuta la discussione dell'avvocato Giovanni Bellerè, difensore del consigliere comunale Marco Nonno, imputato nel processo inerente gli scontri di Pianura del 2007/2008, in occasione della presunta riapertura della discarica dei Pisani. Partendo da un'accurata descrizione della personalità del consigliere Nonno, il difensore Bei 1ère, che ha tenuto parola per più di un'ora, ha illustrato cronologicamente gli episodi di maggiore rilievo, sui quali il pm Antonello Ardituto ha fondato la sua tesi accusatoria, e che hanno visto coinvolto, secondo la ricostruzione della Procura, il consigliere Nonno, ma non in qualità di generale della rivolta che comandava il braccio armato dei violenti, ma in qualità di politico, sostenitore e difensore dei diritti alla salute dei cittadini pianuresi. Il legale di Nonno ha poi proseguito alla disamina delle dichiarazioni dei maggiori testi di accusa, quali in particolare Diodato, rimarcando la non attendibilità della sua deposizione, confrontata, poi, con quella dei testi della difesa, come Bobbio, all'epoca dei fatti presidente provinciale del partito di An ed alcuni giornalisti, testimoni oculari degli eventi. Particolarmente ricca di patos è stata la descrizione delle telefonate intercorse tra Nonno e Nugnes la notte tra il 2 e il 3 gennaio 2008; telefonate che l'accusa definisce essere ordini impartiti dal Nonno e dall'ex assessore Nugnes (suicidatesi durante le indagini), agli Ultra, braccio violento della protesta; ordini che si sarebbero concretizzati nel sequestro e nell'incendio dei mezzi della Anm. Il processo riprenderà il 22 gennaio per dare spazio alla discussione del codifensore del Nonno, l'avvocato Massimo Fumo. La sentenza è attesa per la metà del mese di marzo, dopo le repliche e le controrepliche di rito.