Sepe: «Prodotti campani, basta speculazioni»
Da Roma gli ispettori per le gare d'appalto
Sotto controllo la Novambiente di Vassallo e la Masseria del Pozzo gestita dal consorzio Napoli 1
«Vogliamo  gridare la eccezionale qualità e bontà dei prodotti agricoli campani  rispetto ai quali non sono mancate deprecabili e vergognose forme di  speculazione», ha detto Ï cardinale Sepe alla manifestazione organizzata  ieri nella Villa comunale dalla Coldiretti. «Non ci stancheremo mai di  invocare la giustizia di Dio nei confronti di quei delinquenti che hanno  avvelenato la terra», ha aggiunto facendo appello anche alla «giustizia  terrena» perché «faccia arrivare la sua condanna sui responsabili».  Intanto arriva il via   libera alla messa in sicurezza e alla copertura  di altre due discariche, la Novambiente di Gaetano Vassallo e la  Masseria del Pozzo gestita per anni dal consorzio Napoli 1.   
Via alla messa in sicurezza e alla copertura di altre due  discariche, la Novambiente di Gaetano Vassallo e la Masseria del Pozzo  gestita per anni dal consorzio Napoli 1. La Sogesid, la società del  ministero dell'ambiente incaricata dal commissario Mario De Biase di  gestire la gara, ha aperto le buste con le offerte. La ditta che vincerà  dovrà fare anche il progetto esecutivo e la gara sarà assegnata  all'offerta economicamente più vantaggiosa.   Per la Novambiente si sono  fatte avanti: Ati Tial Emme; Crt Icaro Ecology e Martino Assolati; Rti  Trs Servi   zi ambiente e Castellano costruzioni generali; Infratec e  Sea group; Ati Consorzio stabile Coseam Italia Sp e Cet società  coperativa; Salvaguardia Ambiente Spa; Treerre Spa.   Per Masseria del  Pozzo partecipano: Ati Emme Soluzioni Ambientali TI&A, Sama  Costruzioni Generali, Montana Spa; Rti Servizi ambiente e Castellano  costruzioni generali;Infratec e Sea group; Ati Consorzio stabile Coseam  Italia Sp e Cet società copperativa; Rti Geoprogect-Strago;   I giardini  del Sud Agrideco; Salvaguardia Ambiente Spa, Treerre Spa. L'esame delle  offerte è già stato avviato.   Per il momento resta aperta an   che la  gara per la Resit. Per garantire la massima trasparenza e soprattutto  per evitare inquinamenti la Sogesid ha chiesto al ministero dei lavori  pubblici di poter nominare due super esperti e nelle prossime ore  dovrebbe arrivare il sì della struttura di via Nomentana.   La messa in  sicurezza dei siti rap-   presenta la prima di una serie di sfide:  evitare che i veleni arrivino alla falda acquifera (secondo il geólogo  Giovanni Balestri avverrà nel 2064) non sarà facile, ma è certamente  necessario.   Cosa siano Novambiente e Masseria del Pozzo lo sappiamo da  chi organizzò gli sversamenti, il Buscetta dei rifiuti Gaetano Vassallo  che ai mastrati, ha spiegato: «l'invaso era originariamente di circa  130 mila metriquadri, cioè a partire dal 1983. La società che lo gestiva  era originariamente la Vassallo Gaetano e C. snc». E ancora: «In  pratica,!! sito di discarica era composto da tré invasi, uno quello  autorizzalo soltanto  il 28.11.88, quando era già esaurito, gli altri  due del tutto abusivi». Questi invasi sono contigui uno all'altro e rap  presentano un'unica grande area di discarica: in sostanza si tratta di  tré sversatoi adiacenti che nella sua relazione perla procura Balestri  descrive così: «Al primo originario invaso (Novambiente, ndr) del  1974 dei Vassallo di circa 53 mila metri quadri (di cui solo nell'invaso  apparentemente attrezzato di circa 12.000m2 si è ipoteticamente  intervenuti seguendo le disposizioni dell'autorizzazione), si sono  aggiunte l'area Schiavi, per altri 79.700 metri quadri l'area Masseria  del Pozzo per altri 89.800 metri quadri e l'area Eredi Giuliani per  altri 33.800 metri quadri». Nell' area di Novam biente Vassallo racconta  di aver sversato anche i rifiuti dell'Acna di Cengio. Successivamente  Masseria del pozzo fu gestita dal consorzio Napoli 1 che continuò ad  abbancare rifiuti in un sito privo di impermeabilizzazione. E non solo:  la spazzatura fu sistemata in ogni spazio libero, anche esterno agli  sversatoi esi   stenti.   Gli interventi programmati prevedono solo la  messa in sicurezza e il capping: in sostanza saranno realizzati pozzi  per la racconta del percolato, impianti per la captazione del biogas e  la copertura. La spesa prevista è di quasi diciotto milioni di euro.    La bonifica vera e propria arriverà, se arriverà, successivamente: al  momento è aperta la discussione sui metodi da utilizzare.

