Allarme Vesuvio, Borrelli: il piano per l`evacuazione è insufficiente

L'esponente dei Verdi: «Quanto predisposto dalla protezione civile in caso di eruzione non è stato più aggiornato. Inspiegabile la mancata attenzione verso la provincia vulcanica»
15 dicembre 2013 - Monica Cito
Fonte: Roma

NOLA. "Vesuvio", una questione esplosiva. In caso di emzione i comuni del vesuviano saranno evacuati nelle regioni del Centro-Nord. L'aggiornamento del piano di emergenza nazionale, messo a punto per scongiurare quella che potrebbe essere una vera catastrofe nel caso "il gigante" si svegli, (sono infatti 25 i comuni che rischiano di essere spazzati via da una probabile eruzione), stando a quanto annunciato dalla protezione civile, dovrebbe essere presentato la settimana prossima. Ma secondo Francesco Emilio Borrelli, membro dell'esecutivo nazionale dei Verdi, non solo non vi è stato alcun aggiornamento, ma il piano di evacuazione farebbe acqua da tutte le parti. «Dagli annunci della protezione civile nazionale - dichiara Borrelli, già assessore provinciale alla Protezione Civile - sembra che l'aggiornamento del piano di evacuazione del Vesuvio sia imminente. In verità negli ultimi anni sono state aggiornate tante chiacchiere ma mai nulla di concreto e operativo. L'ultima prova di evacuazione fu realizzata con il Mesimex nel 2006, con un enorme dispendio di denaro pubblico, e mostrò gravi deficit organizzativi a nostro avviso mai analizzati e sanati dai livelli nazionali. Intanto ancora si aspettano i piani per i Campi Flegrei e Ischia. Non è chiaro il perché la protezione civile non dedichi la dovuta attenzione alla provincia vulcanica di Napoli considerata la più pericolosa e densamente abitata al mondo». Polemiche dunque su quel piano di evacuazione che dovrebbe garantire l'allontanamento preventivo degli abitanti della cosiddetta "zona rossa". Le centinaia di migliaia di persone che dovranno evacuare le proprie città saranno collocate, secondo il piano, nelle Regioni e nelle Province con le quali sono gemellate. Le strutture individuate dalle istituzioni, che dovranno accogliere gli sfollati, dovranno registrare le pianificazioni di emergenza nei prossimi 45 giorni. In effetti, probabilmente, l'attenzione intomo al grave pericolo che incombe sui comuni vesuviani, molti dei quali presentano un'eccessiva urbanizzazione, non è stata sufficiente. Le esercitazioni sono ferme da decenni, gli incentivi stanziati per incoraggiare gli abitanti delle zone maggiormente a rischio ad abbandonare le proprie abitazioni, non hanno sortito l'effetto sperato, per non parlare della 268, meglio conosciuta come Statale del Vesuvio, realizzata proprio in previsione della necessità dei paesi vesuviani di avere a disposizione una sicura e tempestiva via di fuga in caso di eruzione, ma che oggi si presenta invece come una trappola mortale.

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