L’Esercito ad Acerra, il termovalorizzatore area militare
I militari prendono possesso dell’area del cantiere del termovalorizzatore di Acerra. Da oggi inizierà l’attività dei soldati nel sito che diverrà «di interesse strategico», quindi zona militare a tutti gli effetti. Solo attività di vigilanza nei compiti assegnati all’Esercito, la sorveglianza del cantiere del termovalorizzatore che, secondo Guido Bertolaso, «sarà pronto entro la fine dell’anno». Ieri il sottosegretario per l’emergenza rifiuti ha visitato la caserma «Cavalleri» di San Giorgio a Cremano, sede del secondo comando delle forze di difesa. Visita breve ma importante. Da Bertolaso sono arrivati incoraggiamenti ai militari, l’apprezzamento per il lavoro svolto e la richiesta di mantenere alto il livello di impegno. Centrale è l’attenzione per l’impianto di Acerra. «Le opere del termovalorizzatore di Acerra - ha spiegato Bertolaso nel corso di un intervento a Radio Rai - sono già pronte all’87 per cento. La prima linea, in via sperimentale, sarà accesa entro i primi giorni del prossimo anno. La difficoltà è richiamare ad Acerra i circa 400 tecnici delle ditte subappaltatrici che hanno lavorato nel cantiere e che ora sono impegnati altrove. Per la fase di ripresa dei lavori occorreranno due mesi e altri quattro per ultimare le opere. Insomma, se tutto dovesse andare bene entro la fine dell’anno potremmo accendere a titolo sperimentale la prima linea». Non bisogna dimenticare, ha aggiunto il sottosegretario che un termovalorizzatore «è a tutti gli effetti una centrale termoelettrica, si tratta di un impianto delicatissimo e complesso da mettere a norma». Per Bertolaso l’occasione per fare il punto rispetto all’emergenza nel suo complesso. «Ho trovato rispetto allo scorso anno una situazione peggiorata. Nel frattempo, però, sono state aperte due nuove discariche ma sappiamo bene che quando si apre una discarica non si possono portare tonnellate di rifiuti all’improvviso e occorre un periodo di rodaggio. Altri siti non me abbiamo e vi sono 20mila tonnellate di spazzatura per le strade, soprattutto nella provincia di Napoli, tra cui in alcune zone importanti». Smentita ogni ipotesi di utilizzo di Valle della Masseria e un’indicazione strategica chiara: «Bisogna interrompere il trasferimento dei rifiuti Campania all’estero perché il costo è elevato e perché tutto ciò rappresenta una brutta figura per l’Italia. Noi abbiamo chiesto un ennesimo aiuto alle Regioni per portare via quelle 20-30mila tonnellate che abbiamo per le strade e negli impianti di Cdr e nei siti di stoccaggio».