Due arresti per i rifiuti bruciati
NAPOLI — Scattano i primi arresti per i roghi nella Terra dei fuochi dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del decreto legge approvato dal Governo il 3 dicembre scorso nel quale si prevede l'introduzione del reato di «combustione illecita di rifiuti». A Mondragone, in provincia di Caserta, gli agenti della polizia municipale hanno bloccato un uomo che nella zona circostante la sua abitazione stava bruciando materiale classificato come speciale. L'uomo, C. P., è agli arresti domiciliari. A San Felice a Cancello, sempre nel Casertano, è stato invece arrestato per incendio di rifiuti un uomo di 41 anni che stava alimentando un rogo tossico su rifiuti pericolosi. Soddisfazione è stata espressa dal vicepremier e ministro dell'Interno Angelino Aitano, che durante una conferenza stampa ha detto: «Nello scorso Consiglio dei ministri abbiamo approvato il decreto sulla Terra dei fuochi e oggi l'abbiamo applicato con l'arresto di due persone grazie ad una fattispecie di reato introdotto nel decreto legge. Vuoi dire che l'intervento del governo è stato utile». La norma prevede che «chiunque appicca il fuoco a rifiuti abbandonati ovvero depositati in maniera incontrollata in aree non autorizzate è punito con la reclusione da due a cinque anni. Nel caso in cui sia ap piccato il fuoco a rifiuti pericolosi, si applica la pena della reclusione da tré a sei anni». La pena, poi, è aumentata «se i fatti sono commessi in territori che, al momento della condotta e comunque nei cinque anni precedenti, siano o siano stati interessati da dichiarazioni di stato di emergenza nel settore dei rifiuti», come nel caso della Campania. E, mentre il decreto sulla Terra dei fuochi viene giudicato «una forte e nuova risposta dello Stato a una delle situazioni simbolo del degrado del Sud» dal ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia, purtroppo gli incendi proseguono. Ieri, nel pomeriggio, vasto incendio di rifiuti speciali con una densa colonna di fumo nero nel tratto iniziale di viale Carlo ÐÉ a Caserta, a poche centinaia di metri dalla Reggia. Secondo i vigili del fuoco sarebbero stati bruciati copertoni e materiale altamente tossico. Proprio a Caserta ieri mattina è arrivata la Commissione parlamentare antimafia: «Siamo qui per capire il rapporto tra poteri mafiosi e il ciclo dei rifiuti che negli anni ha portato a conseguenze drammatiche sul piano ambientale», ha spiegato il presidente Rosy Bindi. Che ha aggiunto: «Negli anni passati la Commissione bicamerale sui rifiuti si è occupata in modo efficace del problema relativo alla Terra dei Fuochi, ma ci sono ancora aspetti sia del passato che del presente da comprendere. Temiamo che questo sistema sia ancora all'opera, come confermato dai magistrati sentiti oggi: i rifiuti speciali dal Nord continuano ad arrivare e c'è chi vuole guadagnare con le bonifiche. Valuteremo con l'ufficio di presidenza della Commissione se ascoltare dei pentiti — ha aggiunto la Bindi — ma di certo non ascolteremo Carmine Schiavone, dal momento che nelle interviste rese di recente non ha detto nulla di nuovo, ma ha raccontato solo fatti e circostanze già accertati dai magistrati in passato».