«La mozzarella dop? Buona e sicura» Conferma dalle analisi in Germania
ROMA Stefano Caldoro è un po' asciutto nel commento: «Non c'era bisogno che venissero i tedeschi a dircelo, però prendiamo per buono anche questo». Bruciano le critiche del Consorzio alla regione delle settimane scorse, però poi con un tweet esprime soddisfazione: «Studio tedesco. Ora sia notizia da prima pagina. La dico da mesi. La nostra mozzarella, la migliore, la più controllata».
Ieri mattina al Palazzetto in vicolo del Bottino a ridosso di piazza di Spagna, il direttore del Consorzio ha sventagliato i risultati di venti analisi fatte da un laboratorio tedesco, Tuvdi Siegen, su altrettanti campioni prelevati a casaccio nell'area a rischio da rappresentanti delle associazioni dei consumatori e Lega Ambiente. Una vittoria su tutti i fronti: «Le analisi hanno esaminato - spiega Lucisano in una sala affollata di stampa italiana e straniera - la presenza di metalli pesanti, di diossina di PCB (i policlorobifenili, associati alle diossine nel limite di legge)· e· del microrganismo della brucella che più volte è stato associato al nostro prodotto. Risultato: in nessuno dei 20 campioni presi in esame i c'è traccia di cellule di brucella. D'altra parte, la mozzarella di bufala DOP, anche se fosse· realizzata con il latte crudo, subisce sempre un trattamento termico a 95°per essere filata, passaggio che distrugge la presenza di questi microrganismi. Che comunque, ribadisco,· nel nostro latte non devono esserci».
E le diossine e PCB, i parametri più direttamente connessi con i fenomeni di antropizzazione e industrializzazione? In Europa esiste un limite per la presenza di diossine e PCB insieme di 5,5 picogrammi per grammo di grasso del prodotto. Parliamo di grasso perché le diossine e i PCB stanno fortunatamente solo nella parte grassa. Un picogrammo·è un milionesimo di milionesimo di grammo, dunque una quantità piccolissima. Bene, nei 20 campioni prelevati esiste un dato medio che è 20 volte più basso. Il dato più alto in assoluto registrato è di 10 volte più basso del limite. Dunque il nostro prodotto non ha nulla a che vedere con la Terra dei Fuochi. Occhio: si parla di mozzarella dop, ossia certificata dal consorzio che già per legge sottopone i caseifici a controlli serrati e precisi.
Ma l'operazione più sottile è stato il terreno scelto per ribaltare una verità offuscata da servizi centrati sul sensazionalismo e l'approssimazione. Il più incredibile quello trasmesso da Servizio Pubblico di Michele Santore l'estate scorso in cui nel frullatore della superficialità mediática si mettevano insieme diossina, camorra, fragole, rifiuti tossici e territori distanti fra loro anche cento chilometri. Per dare una idea, come se per parlare della Franciacorta partissimo da Seveso.
In questi casi non basta esibire certificati, la credibilità del sistema pubblico non è abbastanza robusta quando il mercato deve votare, e sappiamo che il consumatore si muove in base alla paura o sulle suggestioni della comunicazione. E cosa più rassicurante di una certificazione tedesca nell'immaginario dell'italiano medio?
Come si dice: noi non li amiamo ma li stimiamo, loro non ci stimano ma ci amano. Al di là dei luoghi comuni, attraverso i tedeschi era già passata la cipolla di Montoro bloccata alla frontiera nonostante si coltivi a cento chilometri dalle aree a rischio. Nuovi controlli, duemila euro a carico degli imprenditori agricoli, fatti in Germania, poi il via libera che vale un'assicurazione sulla vita.
Ora la mozzarella dop segue la stessa strada. Ma torniamo alla I numeri 20 diossina, la stessa che provocò la prima crisi nel 2007. «Il regolamento comunitario -spiega Lucisano fissa i parametri massimi di contenuto delle diossine e PCP per tutti gli alimenti. Nessun alimento in Europa può avere più di 5,5 picogrammi per grammo di grasso. Il nostro ne contiene molto meno di 1. Dunque praticamente nulla». E poi il sassolino dalla scarpa come chiosa: «Esistono altri prodotti alimentari che hanno dei problemi molto seri in Europa tant'è che hanno chiesto e ottenuto dalla Commissione Europea delle deroghe in merito al contenuto di PCB e di diossine. E le hanno ottenute. Intanto le vendite della mozzarella di bufala campana DOP· sono crollate di oltre il 30% negli ultimi mesi poiché qualche giornalista senza scrupoli ha scritto cose che noi abbiamo dimostrato essere totalmente fasulle.
La notizia rimbalza in Campania in diretta grazie al sito II Mattì- no.it, e l'assessore Fulvio Martusciello intervenedo a un convegno -20% I controlli effettuati Si è trattato di prelievi fatti dalle associazioni dei consumatori senza alcun preavviso «nell'area a rischio» Sotto i limiti di legge I rilievi analizzati dal laboratorio tedesco hanno evidenziato presenze di metalli inferiori di un quinto annuncia: «La Campania si prepara a una campagna di comunicazione da cinquanta milioni di euro del piano di azione e coesione per rilanciare le eccellenze campane sui mercati esteri». Il presidente della Federconsumatori della Campania Rosario Stornaiuolo sottolinea la necessità di coinvolgere nelle bonifiche «anche i cittadini e i comitati perché non ci fidiamo solo del controllo dei politici». E il vicepresidente del Parlamento Europeo Gianni Pittella ribadisce: «Vogliono appiccicare sui prodotti campani - ha detto - un marchio dop all'inverso. Dobbiamo reagire con una campagna di informazione verità ma anche con bonifiche immediate e credibili».
Insomma, la conclusione è che la mozzarella dop, doe quelal certificata con il marchio del Consorzio, è buona e sicura. Noi lo sapevamo già, ma ora ci crediamo perché lo certificano i tedeschi.