Tumori e rifiuti. Nuove speranze
In Campania aumentano tra i malati di tumore al polmone i sopravvissuti. Anche tra i pazienti che provengono dalla Terra dei fuochi. È uno dei dati del report presentato ieri dal centro di ricerca e cura oncologica della Fondazione Istituto Pascale di Napoli, un'eccellenza sanitaria nazionale. Il tumore ai polmoni può essere originato da stili di vita, ma anche da predisposizioni genetiche. Per parlare di connessioni tra l'insorgere di nuovi casi e l'inquinamento dei territori, partendo dalla Terra dei fuochi, è però «fondamentale arrivare a una mappa genetica completa precisa Gaetano Rocco, dirigente del Dipartimento Toraco-polmonare dell'Irccs partenopeo - su cui si sta già lavorando sia a livello internazionale sia da parte di un gruppo di studio del Pascale. Solo allora avremo maggiori certezze su quello che accade nei casi di tumori, ma an che per le malattie croniche». Antonio Martella, oncologo e farmacologo del Pascale, che da anni afferma una stretta correlazione tra inquinamento e aumento delle neoplasie, pure sottolinea: «È il momento di basarsi proprio sulla sopravvivenza dei pazienti e sulla qualità delle cura prestate. Parametri che non sempre sono compresi nei rigidi schemi matematici della produzione scientifica». Stando ai dati del dossier sulla mortalità nel breve e medio periodo, 175 persone delle 498 operate per neoplasie polmonari primitive dal 2005 al 2012 arrivano dalle Asl di Caserta e di Napoli 2 e 3. Un 35% del totale che, chiarisce Gaetano Rocco, «non ha rilevanza epidemiológica, perché fotografa solo la realtà degli in-. dividui che arrivano qui già con un tumore». A livello regionale, poi, si nota un incremento annuale dei casi: 5mila in Campania. Cresce però anche il tempo di sopravvivenza post diagnosi. Il 71% delle donne e il 58% degli uomini supera i5 anni, con punte del 75%, con la diagnosi precoce attraverso la prevenzio ne. Si tratta di statistiche in linea o superiori a quelle descritte in letteratura e di risultati analoghi a quelli ottenuti con pazienti che hanno di 80 anni. «Il 22% dei pazienti curati non era fumatore - annota Rocco - a riprova del fatto che esistono fattori genetici che incidono». Il direttore generale del Pascale, Antonio Pedicini, parte dai dati per sottolineare come, «anche per una patologia ritenuta difficile da curare come il tumore al polmone, si possono ottenere buoni risultati con una diagnosi precoce e con l'integrazione tra le varie discipline», auspicando che «questa offerta venga estesa a tutti, perché il dramma della Campania e del Sud è che tra i malati di cancro la sopravvivenza a 5 anni è inferiore del 5-6% rispetto al resto d'Italia».