«La Regione blocca il recupero di Chiaiano e di Cava Riconta»
NAPOLI — «Il progetto di messa in sicurezza della discarica di cava Riconta, a Villaricca, è fermo da due anni in Regione. Siamo in attesa dell'approvazione ed intanto continuiamo a dilapidare denaro per portare a smaltimento il percolato che si produce quando piove: 43 euro a metro cubo. Se quell'invaso fosse già coperto con terreno ed argilla, sarebbe tutto denaro risparmiato». Parole di Enrico Angelone, il presidente di Sapna, la società per la gestione dei rifiuti della Provincia di Napoli. «È bene si sappia», aggiunge, «che, per smuovere gli uffici regionali dalla loro inerzia, Sapna è stata perfino costretta a presentare ricorso al Òàã affinchè fosse nominato un commissario ad acta che si esprimesse sul progetto». Sceglie una occasione importante per esprimere critiche tanto dure. Interviene, infatti, alla presentazione di uno studio per il monitoraggio satellitare dei siti di discarica e di sversamento dei rifiuti(Simdeo), cofinanziato dal- l'agenzia spaziale italiana e condotto dalle società Eurosoft e Foxbit. Alla fine del dibattito attacca palazzo Santa Lucia. «Mi scontro», è la sua denuncia, «con ritardi inesplicabili». Per Cava Riconta,precisa, ma non solo. «Altro caso», dice Angelone, «è quello relativo alla discarica di Chiaiano. Sapna ha preparato da tempo il progetto di chiusura definitiva. Si prevede la copertura a strati con teli a tenuta stagna e con argilla, la realizzazione di un impianto per la captazione del biogas da un megawatt e la predisposizione di un'area a verde, al di sopra dell'invaso dei rifiuti. Il progetto costa tré milioni e mezzo, la metà di quello che era stato previsto anni fa. I soldi sono già in cassa. Ebbene, da ottobre aspetto che la Regione ratifichi la compatibilita del piano con l'autorizzazione integrata ambientale. Basterebbero pochi giorni, sono già trascorsi due mesi». Critiche ingenerose, replica la Regione. «Per quanto concerne Chiaia no», fa sapere l'assessorato all'Ambiente, «la procedura di autorizzazione sta andando avanti, ma è necessario verificare in via propedeutica se si tratti di una modifica sostanziale al progetto originario o meno. Poiché nell'impianto sono state conferite meno tonnellate di quante ne erano previste, occorre stabilire se le variazioni previste incidano sulla modalità di chiusura definitiva della discarica». Quanto a cava Riconta, la discarica che volle Bertolaso, sta finalmente per essere convocata la conferenza dei servizi che esaminerà il progetto di capping finale. «L'istruttoria tecnica si è rivelata di particolare complessità», sostengono negli uffici dell'assessorato regionale all'Ambiente.