Il re dei rifiuti: uccidete il pm
Chianese, artefice del disastro ambientale a Giugliano, arrestato per estorsione
Cipriano Chianese, l'avvocato che è tra i principali responsabili dello sversamento selvaggio di rifiuti nel Giuglianese, è stato arrestato ieri dalla Dia: è accusato di estorsione per avere obbligato un imprenditore a restituire un'azienda di trasporti comprata appena due mesi prima. Nell'ordinanza cautelare, tuttavia, il gip si sofferma a lungo anche sulla questione dei rifiuti e sottolinea come Chianese abbia continuato per anni a gestire i suoi affari illeciti nonostante gli arresti e i sequestri. I magistrati lo raccontano con una particolare ossessione verso l'Antimafia. Al punto che avrebbe chiesto l'assassinio di un pm.
NAPOLI — L'hanno arrestato per estorsione: ha costretto un imprenditore, sostiene l'accusa, a restituire un'azienda di trasporti comprata appena due mesi prima. Ma Cipriano Chianese, avvocato e artefice del disastro ambientale a Giugliano, ha una personalità e dei legami tali che il gip ha ritenuto di dedicare buona parte dell'ordinanza cautelare al dramma dei rifiuti. Facendo una considerazione amara: «La spregiudicatezza imprenditoriale di Chianese è espressione di una vera e propria propensione a delinquere che le imposizioni dell'autorità giudiziaria non hanno mai m concreto frenato». Chianese, che era ai domiciliari, è stato accompagnato in carcere ieri mattina dagli uomini della Dia, coordinati dal capo centro Giuseppe Linares. A lui, al fratello Francesco e a Carlo Verde, a sua volta ritenuto vicino al clan dei casalesi, è stata notificata un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Alessandra Ferrigno su richiesta dei pm Alessandro Milita, Cesare Sirignano e Alessandro D'Alessio. La vicenda ruota intomo alla «Mery Trans», una società di trasporti con sede a Parete. Gestendo la «Mery Trans», Francesco Chianese aveva accumulato debiti per centinaia di migliaia di euro. Si accordò con Salvatore Mondello, imprenditore torinese con il quale aveva avuto m precedenza contatti di lavoro, per cedergli le quote; in cambio, Mondello si sarebbe accollato debiti per 400.000 euro e gliene avrebbe versati altri 150.000. Dal momento che Mondello non poteva figurare come acquirente a causa di un problema legale, le quote furono intestate ad altre persone, tra cui Antonio Giusto. Nei giorni successivi alla vendita, tuttavia, Francesco e Cipriano Chianese contattarono l'imprenditore (peraltro noto alle forze dell'ordine e alquanto spregiudicato sul lavoro) sollecitandolo ad accollarsi altri 500.000 euro di debiti firmando alcune cambiali. Al rifiuto di Mondello cominciarono le minacce: l'uomo fu addirittura prelevato a Torino da Francesco Della Corte, oggi collaboratore di giustizia, condotto nel Casertano e obbligato a tornare dal notaio per restituire l'azienda a Chianese. In realtà, evidenzia il gip, «i Chianese non avevano mai avuto la reale intenzione di dismettere la Mery Trans» e avevano «solo inteso formalmente intestare la società a terzi sui quali sarebbero dovuti ricadere i debiti». In un primo momento, Antonio Giusto denunciò le pressioni dei fratelli Chianese ai carabinieri; dopo le minacce, tuttavia, «ammorbidi» le dichiarazioni rese e il procedimento fu archiviato. L'inchiesta è stata riaperta in seguito alle dichiarazioni di Francesco Della Corte. Questa la nuova accusa da cui Chianese dovrà difendersi. Ma nella misura cautelare ci sono anche altri elementi interessanti: per esempio, l'ossessione che l'avvocato provava nei confronti della Dda di Napoli e il progetto di assassinare un pm, probabilmente Alessandro Milita, che ha coordinato la maggior parte delle inchieste nelle quali Chianese è coinvolto. Del progetto aveva già parla- to il pentito Salvatore Laiso; a lui si è ora aggiunto Francesco Della Corte: «Torna ndo a casa con Carlo Verde, mi fu chiesto da quest'ultimo di eliminare un magistrato della Procura di Napoli che stava facendo delle indagini sui conti dell'avvocato Chianese. Verde mi disse che Chianese era disponibile a dare anche 500.000 euro per compiere questo omicidio... Io dissi che 500.000 euro non sarebbero bastati, ma serviva un milione di euro. Verde mi disse che avrebbe parlato con Cipriano Chianese, il quale sicuramente avrebbe accettato». Ma nella misura cautelare si fa riferimento anche all'attività di Cipriano Chianese nel settore dei rifiuti. Un'attività mai interrotta, nonostante gli arresti e i sequestri delle sue discariche. Dopo aver fatto riferimento ai numerosi pentiti che, in maniera concorde, indicano in Chianese il regista dello sversamento dei rifiuti pericolosi nel Giuglianese, il gip scrive: «I collaboratori di giustizia, nella sostanza, riferivano che le iniziative dell'autorità giudiziaria non avevano mai fermato le attività illecite di quelle discariche e gli interessi di Chianese e del clan che vi gravitavano. Tutte le risultanze in atti evidenziano come Chianese sia stato capace nel corso degli anni di tessere relazioni ai livelli quanto più vari: istituzionali, politici, imprenditoriali e criminali e quanto la spregiudicatezza imprenditoriale di Chianese sia espressione di una vera e propria propensione a delinquere che le imposizioni dell'autorità giudiziaria non hanno mai in concreto frenato». Chianese e Verde «vantano radicati e saldi collegamenti con contesti criminali tra i più insidiosi e pericolosi del territorio campa no non solo per la consistenza e la forza anche militare, ma per la incisiva e capillare capacità di infiltrazione nel tessuto sociale politico istituzionale ed imprenditoriale non solo locale... potendo peraltro contare sull'apporto funzionale, oltre che di intemi al sodalizio, anche di una fitta rete di rapporti e cointeressenze anche nella cosiddetta società civile».
Per gii inquirenti da ami Cipriano Chianese, 62 anni, avvocato, è il signore delle eeomafie. anzi, per dirla come alcuni pentiti, l'inventore del traffico e deìlo smaltimento illegale di rifiuti, con tegami anche al nord Italia attraverso uno dei suoi uomini di fiducia, Franca Caccaro, imprenditore nel settore della realizzazione di macchine per la triturazione dei rifiuti. Massone, candidato alla Camera nel 199þ nelle liste (li For?a Italia, Chianese nasce a Parete, ne! Casertano. Attraverso le società che facevano capo â lui, inoltre, ha gestito la discarica di Giugliano. nel Napoletano, Resit, nota come Setri negli anni '80, ora considerata una bomba ecologica per ¡a quaìe è stata programmata una bonifica dai costi mitionan. Un primo coinvolgimento in inchieste che riguardano smaltimenti illeciti è del 1993, e Chianese e' destinatario insieme ad altri venti imprenditori di una misura cautelare in cui era contestato il reato di associazione mafiosa; Chianese pero' incassa con rito abbreviato dal Tribunale di Napoli l'assoluzione, mentre altri coimputati verranno condannati con rito ordinario, Ne! dicembre 2005, nuovo provvedimento restrittivo del gip di Napoli a suo carico con provvedimento di sequestro beni per concorso esterno in associazione di tipo mafioso; una inchiesta che accerta come l'uomo abbia una doppia veste di imprenditore e di affiliato al clan, che gli consente di ottenere cospicui ricavi dal traffico di rifiuti che vengono smaltiti in modo abusivo e incontrollato nelle sue discariche. L'arresto poi il þ gennaio 2006 e i! agosto di quello stesso anno sequestro preventivo dell'impianto e delle quote societarie di una azienda attiva nel trattamento e nello smaltimento rifiuti Chianese è attualmente uno degli imputati nel processo Resit per l'aweienamento delle falde acquifere. Il processo-stralcio si è concluso con la condanna tra gli altri di Francesco Bidognetti,