Vesuvio, il parco sfregiato discarica con fumi tossici
"Rischio di gravi danni alla salute dei cittadini"
UNA discarica da cui promanano esalazioni, ritenute rischiose per gli abitanti della zona, è stata sequestrata dalla Forestale nel territorio comunalediSan Giuseppe Vesuviano, aridosso del parco nazionaledel Vesuvio. Intanto la Procura di Napoli ha ordinato l'arresto in carcere di Cipriano Chianese, attualmente ai domiciliari, avvocato eimprenditore, considerato il signore del traffico illecito di rifiuti orchestrato dai Gasatesi. Chianese avrebbe anche ordinato l'omicidio di un magistrato - mai commesso - promettendo un milione al killer. Che oggi, nella veste di pentito, lo accusa.
I NOCCIOLETI sono lì a due passi, l'area protetta del Parco Nazionale del Vesuvio dista poco meno di quattro chilometri. Lungo la strada, lastre di eternit abbandonate. Tutto intorno, oggetti abbandonati fanno capolino fra le sterpaglie. Basta rivolgere lo sguardo un po' più in là, per notare piccole nuvole di fumo bianco sprigionarsi da un'area utilizzata più di dieci anni or sono come sito di stoccaggio peri rifiuti e mai bonificata. Una discarica a cielo aperto, estesa per circa 2500 metri quadri nel territorio di San Giuseppe Vesuviano, che è stata individuata e sequestrata dagli agenti del Corpo forestale dello Stato proprio seguendo le tracce delle emissioni tossiche ritenute riconducibili ai rifiuti accumulati nel corso del tempo.
Le indagini erano partite sulla scorta degli allarmi sui roghi di rifiuti nella zona della Terra dei Fuochi che hanno portato, nei giorni scorsi, il governo Letta all'adozione di un decreto legge con nuove misure per il contrasto all'illegalità in questo settore. Durante le indagini, gli agenti della Forestale appartenenti al Coordinamento territoriale per l'Ambiente di San Sebastiano al Vesuvio si sono imbattuti in questo invaso dove era stata segnalata la fuoriuscita di fumo. Solo che non si trattava degli effetti di incendi appiccati alla spazzatura, bensì di esalazioni provenienti direttamente dal terreno. Una situazione di inquinamento, ipotizzano gli investigatori, che potrebbe «mettere in pericolo non solo l'habitat delle specie animali e vegetali del vicino Parco del Vesuvio, ma anche causare gravissimi danni alla salute dei cittadini».
Ora nella zona sottoposta a sequestro sono al lavoro anche gli esperti dell'Arpac, che affiancano la Forestale nelle attività d'indagine tuttora in pieno svolgimento. Nelle prossime ore sarà trasmessa una prima informativa all'autorità giudiziaria. Si indaga per risalire ai responsabili dell'accaduto e soprattutto per comprendere le ragioni della mancata bonifica dell'area dismessa da anni eppure mai risanata. La zona dovrà adesso essere messa in sicurezza per preservare l'ambiente e la qualità dell'aria. Plaudono all'operazione i Verdi, con il componente dell'esecutivo nazionale, Francesco Emilio Borrelli, che accusa: «Le ecomafie hanno trasformato il nostro cibo in veleno e le nostre bellezze naturali in discariche di rifiuti tossici e velenosi». Legambiente, attraverso il responsabile regionale per le aree protette, Pasquale Rea, ricorda come «in vent'anni la presenza di tanti invasi spesso trasformati in siti abusivi ha determinato la trasformazione e in alcuni casi la cancellazione degli alvei con inevitabili problemi di dissesto idrogeologico». Rea chiede di «proseguire con il monitoraggio e il presidio del territorio», rimarcando che «in quell'area ci sono discariche ancora in attesa di essere messe in sicurezza». Ci va giù duro il sindaco di San Giuseppe Vesuviano, Vincenzo Catapano, eletto un anno fa con una lista civica. «Il sito di Contrada Beneficio, che a quanto mi risulta è di proprietà dell'Anas - dice - è lì ed è stato sequestrato dalla Forestale. Speriamo però che dopo un po' di tempo, non si spengano le luci, lasciandoci da soli con i nostri rifiuti. Sul nostro territorio - sottolinea il sindaco Catapano - sono stati sversati per anni rifiuti tossici. Se il governo vuole, si metta in coordinamento con le istituzioni locali, con il Comune, e gli indicheremo dove intervenire. Ci sono dei terreni che si trovano proprio vicino a delle scuole, ad esempio, dove forse andrebbero eseguiti dei carotaggi per verificare se sia stato sotterrato materiale nocivo». La discarica a cielo sequestrata dal Corpo forestale ieri mattina, spiega Catapano, «era stata utilizzata come sito di stoccaggio da vecchie amministrazioni. Poi la Regione avrebbe dovuto procedere alla bonifica. Non so perché ciò non sia accaduto - aggiunge il sindaco- di sicuro un Comune come il nostro, oltre a non avere le competenze, non ha le risorse per effettuare interventi di questo tipo». Ciò nonostante, Catapano assicura che «la gente ormai è stanca e ha deciso di cambiare. La mia amministrazione si sta impegnando moltissimo su questo fronte, prestando massima attenzione alle questioni ambientali.
Abbiamo raddoppiato il dato della raccolta differenziata, raggiungendo il 55 per cento con picchi del 71 per cento.
Abbiamo risparmiato 420 mila euro di secco indifferenziato. Ben vengano operazioni come quella di ieri. Ma bisogna verificare anche i terreni dove per troppi anni sono stati sotterrati rifiuti tossici. Se si effettuano ricerche approfondite sul territorio, si troveranno. Ecco perché - conclude il sindaco - dovrebbero ascoltare di più noi sindaci».