«Io, deputata di Caivano vedo i roghi tossici dalla finestra di casa»
CAIVANO — Don Maurizio Patriciello l'ha citata nel corso dell'incontro con il governatore Stefano Caldero: «L'onorevole Castiello sono anni che combatte per farsi ascoltare dal sindaco e non vi riesce, come pensa che possiamo riuscirà noi, semplici cittadini?».
Pina Castiello, deputata di Forza Italia, è capogruppo del suo partito in commissione Ambiente della Camera. Ma soprattutto è testimone diretta, da anni, dei roghi tossici che vengono appiccati nel campo rom di Caivano. «Abito di fronte al campo — spiega —. Zona cinque vie. E so cosa combinano appiccando il fuoco ai rifiuti».
Com'è che non riesce a farsi sentire dal sindaco? «Chiamo il sindaco di Caivano e non mi risponde».
Cosa vorrebbe chiedergli? «Che il campo rom di Caivano è autorizzato e vi risiedono un centinaio di nomadi, ma la sua amministrazione non riesce ad assicurare alcun servizio, neanche quello di ritirare la spazzatura prodotta dagli abitanti del campo».
Allora? «Allora, è ovvio che i nomadi non sanno dove e come smaltire la loro spaz zatura. E sono costretti a ricavare discariche a cielo aperto».
Insomma, difende o accusa i rom? «Io non ho nulla contro di loro. Ma forse non sa che, oltre a bruciare la loro spazzatura, i rom danno fuoco anche a materiali di risulta, inerti, pneumatici, scarti industriali, pellame. Tutto per meno di dieci euro a carico. E se tu amministrazione gli garantisci un servizio e sorvegli le loro attività non li fai sentire abbandonati a loro stessi e, soprattutto, liberi di fare ciò che vogliono».
Lei cosa ne sa? «Abitando di fronte, posso raccontarle dei camion che arrivano. Dei fuochi che ho visto appiccare per anni. Da casa mia ho un osservatorio privilegiato: da Caivano fino ad Acerra».
Anche ora continuano i roghi? «I roghi ci sono sempre stati. Ma da tré anni a questa parte sono stati davvero numerosi, e sempre alla stessa ora».
Cioè? «D'estate, a partire dalle 19, la campagna si riempie di colonne di ftimo fino a notte avanzata. Spesso, l'anno scorso, i roghi non avevano soluzione di continuità: giorno e notte tutta l'area diventava un unico braciere. D'inverno piromani si anticipano di un'ora: si parte dalle 18. Addirittura, le forze dell'ordine scoprirono, su un campo sequestrato al clan Moccia, una enorme fornace: vi si bruciava di tutto».
Qual è stato il suo impegno su questo fronte? «È dal Duemila che combatto con i miei concittadini: esposti, denunce, interpellanze regionali e parlamentari, dossier consegnati ai vari prefetti di Napoli. E il telefono sempre a portata di mano per allertare i vigili del fuoco e i carabinieri».
Qual è il suo giudizio sul decreto Terra dei fuochi? «E un primo e importante passo avanti. Soprattutto per quanto riguarda le pene per chi appicca incendi. Ma in parlamento il provvedimento andrà arricchito: occorre recuperare i fondi per le bonifiche».
E sull'impiego dell'Esercito? «Non sono contraria all'impiego dell'Esercito per presidiare il territorio. In alternativa, si potrebbe pensare ad un sistema efficace di videosorveglianza. Ci sarebbero anche i fondi pubblici. Ma ai sindaci, a quanto pare, non interessa».
Lei crede nel nesso causale tra roghi tossici e diffusione delle patologie tumorali? «Non sono una scienziata, ma qui la percezione è che i tumori colpiscano soprattutto i giovani. Una mia amica è morta in cinque mesi. Aveva solo 44 anni. Un'altra, più giovane, ha seguito la stessa sorte. Il confine tra allarme e suggestione è labile. Ma come si fa a dar torto a chi è preoccupato?»