Il contratto di sviluppo prevede che le amministrazioni rispettino i vincoli sui tempi certi e sulle finalità delle operazioni

Trigilia: bonifiche, tempi certi Puniremo chi non li rispetterà

Il ministro per la Coesione sul decreto Terra dei fuochi
5 dicembre 2013 - Angelo Agrippa
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI — Ministro Trigilia, lei ha detto che la Terra dei fuochi è un simbolo di degrado, ma anche dell'assenza delle istituzioni. Ora pensa che con il decreto sia stato recuperato un margine di credibilità da parte delle istituzioni? «Questo è l'obiettivo: dare una risposta forte e nuova al problema della Terra dei fuochi che resta uno degli esempi di degrado più marcati del Mezzogiorno. In questo modo le istituzioni credo che abbiano fornito anche una risposta innovativa perché si è messo in atto uno strumento di coordinamento tra le amministrazioni centrali coinvolte e la Regione Campania. La complessità del problema richiede l'intervento del ministero dell'Ambiente per le bonifiche, quello della Salute per la tutela di quella dei cittadini, il ministero dell'Agricoltura per la classificazione dei terreni e la salvaguardia delle produzioni. Poi c'è il pro blema generale di controllo del territorio per il quale non è stato escluso l'impegno, oltre che delle forze dell'ordine, anche dei contingenti militari».
Ministro, lei ha accennato anche a uno strumento nuovo, il contratto istituzionale di sviluppo. Cosa c'è di veramente nuovo ed efficiente in questo contratto? «La cabina di regia, capeggiata dal presidente Letta e composta dai ministri più interessati alle misure, si servirà di una commissione tecnica che metterà a punto un programma straordinario di interventi, dal quale potrà discendere un accordo di programma, un contratto istituzionale di sviluppo, usato anche in altri interventi che prevedono l'uso di fondi europei come nella tratta Napoli-Bari. Insomma, è uno strumento che ha il vantaggio di definire certezza dei tempi e compiti precisi per ciascuna amministrazione, in modo da rendere più trasparente tutto il processo».
Se non saranno osservati questi vincoli così stringenti cosa accadrà? «Sopraggiungeranno sanzioni verso le amministrazioni inadempienti. Vale a dire scatteranno meccanismi di disincentivazione».
Chi vigilerà? «C'è la commissione che vigila sul contratto».
Il presidente Caldoro si lamenta che per il decreto sulla Terra dei fuochi saranno impiegati fondi strutturali già destinati alla Campania, mentre il Governo non ci mette niente. È così? «Prevalentemente si farà riferimento ai fondi del Programma operativo regionale 2007/2013. Ma occorrerà valutare il costo complessivo di tutti gli interventi in programma e quindi potrebbe essere necessario attingere sia ai fondi provenienti dalla riprogrammazione del Piano di azione e coesione, sia a quelli del Fondo sviluppo e coesione. Credo che contrariamente a quanto si pensi il problema non è quello finanziario».
E qual è? «Il rischio, come nel passato, è rappresentato dalla difficoltà a fare avanzare le attività programmate per mancanza di coordinamento tra le amministrazioni o carenza di progettazione. Invece, con questo nuovo strumento di coordinamento tra Governo e Regione Campania vogliamo affrontare questi nodi ese riusciremo nell'intento potremo diventare un modello operativo da applica re anche in altre zone del paese. Una scommessa importante anche per rilanciare il tema dei fondi europei».
Dall'Europa teme un atteggiamento ostile per l'impiego dei fondi finalizzati alle bonifiche? «Non credo, piuttosto dobbiamo preoccuparci che a volte i processi semplificati della comunicazione possano danneggiare le produzioni e le coltivazioni sane della Campania. E occorrerà intervenire per rassicurare i consumatori».
Avete previsto voci di spesa a titolo di risarcimento per questi casi di danno alla produzione sana della Campania? «Nei dettagli non siamo ancora entrati. Di sicuro ci sarà un'attività di comunicazione efficace per neutralizzare le speculazioni e fare chiarezza definitiva sui rischi veri e su quelli fasulli».
C'è chi è perplesso e come Claudio Velardi dice: in Italia quando non si sa cosa fare per risolvere un problema si vara èì legge e si stanziano dei fondi. È d'accordo? «La preoccupazione che nascano organismi inefficienti è sempre in agguato. Ma guarderei anche all'aspetto positivo: allo Stato che con tutte le sue articolazioni decide di intervenire. A noi ora spetta coinvolgere attivamente i cittadini e condividere con essi ogni passo in modo da avere un'attenzione diffusa sui tempi e per riscuotere le giuste certezze sulla salute pubblica».

Powered by PhPeace 2.7.16