Viaggio nei territori al centro del decreto varato martedì dal governo: fumo visibile da chilometri

Nella Terra dei fuochi si appiccano nuovi roghi

Aspettando l`esercito i roghi non si fermano nella Terra dei fuochi
I residenti: "Ora serve una sorveglianza vera"
5 dicembre 2013 - Antonio Di Costanzo
Fonte: Repubblica Napoli

GIUGLIANO- Nuovi fuochi salutano il decreto contro i roghi tossici varato martedì dal governo. Vengono appiccati intorno alla strada provinciale 141: il cielo sgombro da nuvole permette di vedere il fumo a chilometri di distanza. Quando vengono incendiati i rifiuti, si alza una colonna di fumo nera e minacciosa, al contrario di quella rarefatta che indica le sterpaglie bruciate dai contadini. NELLA zona a nord di Napoli divampano almeno tre roghi, nel cuore di campi coltivati. Durano una ventina di minuti ognuno. Ma a spaventare di più, è quello che potrebbe avvenire durante la notte, quando i piromani possono colpire indisturbati. Perchéi rifiuti speciali continuano a essere scaricati dai camioncini che vanno avanti e indietro senza sosta portando il "combustibile" dei fuochi che sono appiccati per fare spazio ad altra "monnezza" da smaltire. In un infernale gioco infinito che dura da anni. La provinciale 141 passa attraverso le campagne dove si coltivano friarielli e fragole, costeggiando l' ex Resit, il sito diventato discarica che incombe come un incubo sulle campagne del giuglianese. La strada è piena di copertoni di gomma. Ci sono anche numerosi cerchioni per camion che indicano uno smaltimento illegale specializzato e organizzato: difficilmente un uomo potrebbe portare a tracollo un simile peso. Cosa che viene confermata dalle decine di scheletri di frigoriferi abbandonati a ridosso dei campie smembrati delle parti riutilizzabili, fili di rame in particolare. Sulla statale "Tre ponti" c' è Angelo Ferrillo, il blogger delle terra dei fuochi. Ferrillo è a caccia di roghi: «Ha smesso di piovere e quindi li accendono all' aperto e non sotto ai cavalcavia. Voglio documentare tutto. C' è qualcuno che sostiene che i roghi sono diminuiti. La verità è che erano meno visibili a causa della pioggia». Ferrillo e i suoi si scagliano contro il provvedimento del ministro Andrea Orlando: «È un decreto legge capestro - accusa - partorito solo per sbloccare 600 milioni di fondi europei da aggiungere ai 400 della Regione e dare alla gente l' illusione che si sta facendo qualcosa». I cittadini della Terra dei fuochi sono pronti a "marciare" su Roma: «Entro Natale organizzeremo una manifestazione - dice Ferrillo - abbiamo già chiesto i permessi e contiamo di portare 100 mila persone nella Capitale, per far capire che non ci facciamo prendere in giro e continueremo a denunciare». Il decreto del governo che sancisce che è reato incendiare abusivamente i rifiuti viene accolto con scetticismo. «Ma c' era bisogno di un decreto per vietare di appiccare le fiamme? E ci sono voluti trent' anni? Non esiste l' incendio doloso?» chiede polemicamente Alessandro, commerciante della zona. La pensa così anche Rosa che vorrebbe trasferirsi all' estero con la sua famiglia: «Qui non vedo futuro». Sulla strada provinciale passa Nicola. È uno dei 100 agricoltori che produce frutta e verdura nell' area. «Se arrestano i piromani è un bene - dice senza nascondere i dubbi - ma questa storia dura da trent' anni. Dovevate venire molti anni prima, quando c' era la fila dei camion per scaricare la monnezza. E c' era la polizia a scortare i tir». Nicola produce fragole. «Le vendo in tutto il mondo - dice orgoglioso - per fortuna le piante non assorbono la diossina. Questa è la nostra salvezza. Qui continuano a buttare spazzature per bruciarla. Sono i rom, con loro non si può parlare. Sono fatti così e vivono in questo modo. E hanno avuto anche le case per restare qui». Sulla genuinità dei prodotti scommette anche un altro contadino fermo sull' Asse Mediano con il suo camioncino pieno di frutta e verdura: «Se fermano i roghi siamo tutti felici. Ma di chiacchiere ne abbiamo sentite già troppe. Mandano l' esercito? Ma i soldati saranno armati? Qui è una guerra». Mentre l' ambulante parla, un camioncino con tre nomadia bordo entra ed esce dall' insediamento. Hanno poco voglia di parlare, così come le due ragazzine che rovistano con un bastone di legno tra i sacchi di spazzatura: ci sono bottiglie di plastica e vetro e abiti usati. Resti di una differenziata fantasma fatta chissà in che angolo della provincia e finita poi qui. Alla rotonda di Villaricca al corso Europa, invece, ci sono delle scolaresche. Aspettano i bus intrappolati nel traffico infernale dell' Asse Mediano. «Abbiamo partecipato alle manifestazioni di Napoli - raccontano - e faremo lo stesso con gli altri cortei che si organizzeranno. Questa è casa nostrae non ce ne vogliamo andare». La pensano così anche gli studenti di Acerra che sfilano in corteo per le strade della città per manifestare contro il biocidio e per ricordare Vincenza Maisto. Aveva 16 anni. La scorsa settimana è morta per un tumore alle ossa.

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