Il fatto. Previsti la perimetrazione delle aree agricole interessate e controlli sui terreni entro 150 giorni. Letta: risposta senza precedenti

Decreto "Terra dei fuochi" È reato bruciare i rifiuti

C'è il decreto: finalmente reato bruciare i rifiuti
4 dicembre 2013 - Antonio Maria Mira
Fonte: Avvennire

Nuovo reato di incendio di rifiuti; ob- bligo per i magistrati di informare le amministrazioni locali sui siti contaminati individuati nel corso delle indagini; mappatura entro 150 giorni dei terreni tra le province di Napoli e Caserta, con una classificazione tra coltivabili e non col- tivabili: gli agricoltori che non accetteran- no l’accesso sui propri terreni potranno o- spitare solo colture no food ; infine accele- razione, semplificazione e fondi per le bo- nifiche. Sono le tre linee di intervento del decreto per la "terra dei fuochi" approvato ieri dal Consiglio dei ministri. Frutto del lavoro congiunto tra cinque ministeri che ri- spondono così alle richieste dei cittadini di questa terra, ai quali Avvenire da più di un anno e mezzo ha dato quotidianamente voce. «Oggi per la prima volta le istituzioni na- zionali affrontano l’emergenza "terra dei fuochi" – spiega il premier, Enrico Letta –. Una risposta senza precedenti, forte e netta per contrastare un’emergenza che si è protratta per troppo tempo». E proprio la scelta del decreto, sottolinea Letta, serve an- che per «recuperare il tempo perduto». Per il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando «lo Stato ha iniziato il cammino per riconquistare la fiducia dei cittadini di quei territori», cui il ministro rivolge un ringrazia- mento particolare per aver mantenuto alta l’attenzione, elevando la questione a emer- genza nazionale. Ora questo decreto e i provvedimenti già partii in questi mesi, afferma Orlando, «ci consentiranno di can- cellare questo nome, "terra dei fuochi"», che è «suggestivo» ma che costituisce «un’onta». Per il ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo il decreto «non è un pun- to di arrivo ma un punto di partenza per u- na nuova Campania, che non gira la testa». Le norme, spiega, servono anche per la «tu- tela degli imprenditori agricoli onesti, la maggioranza che fino ad ora è stata schiac- ciata da camorra e speculazione». Il nodo delle risorse lo scioglie il ministro per la Coe- sione territoriale, Carlo Trigilia, dicendo che «verranno dal Por Campania 2007-2013 e anche dalla riprogrammazione del Piano di coesione che se necessario potrà avere fi- nanziamenti nel prossimo ciclo dei fondi che partiranno dal 2014». In tutto circa 500 milioni, per ora.
La prima novità è l’introduzione del reato di combustione illecita di rifiuti: carcere da 2 a 5 anni e da 3 a 6 anni se riguarda rifiuti pericolosi. Inoltre la pena viene aumenta- ta di un terzo se i delitti sono commessi nel- l’ambito dell’attività di un’impresa o co- munque di un’attività organizzata (è previ- sta anche la confisca dei mezzi di traspor to e dell’area inquinata). Aggravanti anche se i fatti sono commessi in territori interes- sati da dichiarazioni di stato di emergenza per i rifiuti, fino a 5 anni prima, proprio come la Campania. Un intervento sulle norme penali chiesto da anni, visto che attual- mente questi fatti sono puniti con sempli- ci contravvenzioni. «È palese – si legge nel- la nota informativa sul decreto – l’inade- guatezza delle risposta sanzionatoria a fron- te dei concreti rischi di contaminazione del- le matrici ambientali e pregiudizio per la sa- lute umana che le emissioni prodotte dalle combustioni dei rifiuti producono». Il secondo articolo del decreto estende l’obbligo di informare le amministrazioni loca- li degli ecoreati scoperti nel corso delle indagini. «Se durante un’inchiesta – si legge ancora – si viene a sapere di un interramento di veleni, di uno sversamento illegale, i ma- gistrati informeranno direttamente le isti- tuzioni centrali e locali di quello che acca- de in modo tale da provvedere immediata- mente all’adozione delle iniziative di competenza». Come il divieto di utilizzare l’ac- qua dei pozzi o dei prodotti agricoli. C’è poi il capitolo dedicato alla classifica- zione dei suoli coltivabili per far fronte al- l’allarme sociale sullo stato di contamina- zione dei terreni agricoli campani e su e- ventuali pericoli per la salute. L’Ispra, l’Iss e l’Arpac, in collaborazione con le Forze dell’ordine, faranno la mappatura per acqui- sire una "fotografia" ufficiale della situazione. «I risultati scientifici – è la chiara spie- gazione – consentiranno di perimetrare de- finitivamente i terreni così da sfatare per sempre e una volta per tutte gli infondati ti- mori che tutti i prodotti della Campania sia contaminati». Anche questa una precisa richiesta dei cittadini e del mondo agricolo.

«Ora certifichiamo le aree inquinate»

ACERRA. «Questo decreto può diventare un motivo di speranza se davvero sarà un’operazione di verità per certificare le aree inquinate dei nostri territori». Lo ha detto il vescovo di Acerra (Napoli), Antonio Di Donna, commentando il decreto varato dal Governo, al termine di un incontro privato con alcuni rappresentati degli agricoltori della zona. Il vescovo ha spiegato di condividere le preoccupazioni degli agricoltori sulla tempistica di verifica sui terreni, così come sull’attenzione mediatica negativa che sta mettendo in ginocchio il settore. Il presule, nei giorni scorsi, aveva anche affermato che un segno di speranza sarà dato dal «risveglio delle coscienze»

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