De Girolamo: «Controlli a tappeto Chi si oppone passerà al no food»
Via libera del Governo al decreto sulla cosiddetta Terra dei fuochi. Le norme prevedono tra l'altro l'inasprimento dall'ammenda all'arresto per chi brucia rifiuti. Commette un reato e rischia la reclusione da due a cinque anni. Sul versante della mappatura dei campi per verificare se sono inquinati o no, la ministra Nunzia De Girolamo spiega: «Se i proprietari delle terre non consentiranno l'accesso, quei terreni verranno inseriti automaticamente tra quelli dove non è possibile produrre alimenti. Una misura dura, ma che da il senso di quello che stiamo facen do e del rigore che metteremo nella mappatura. Ovviamente se poi sarà possibile effettuare le verifiche su quelle terre, e risulteranno non inquinate, il divieto di coltivazione verrà revocato».
NAPOLI — E un Consiglio dei ministri rapido. n decreto legge sulla Terra dei fuochi viene approvato in poco tempo, il tempo di un tweet. Il primo è della ministra dell'Agricoltura Nunzia De Girolamo: «Tutto ok», scrive. Segue una conferenza stampa. La prima cosa che la campana De Girolamo fa è ringraziare i cittadini: «Grazie alla mia terra. Questo decreto non è un punto di arrivo, ma di partenza per una nuova Campania. Per una Campania che non gira la testa dall'altra parte, che scende in piazza». Il decreto, spiega ancora, «nasce a tutela degli imprenditori onesti schiacciati dalla camorra e dalle speculazioni dei mercati. Ed è un importante segnale ai consumatori, perché una piccola parte contaminata non può distruggere tutto il resto». La chiama «operazione verità, la prima sulla Terra dei fuochi».
Lei ha voluto ringraziare i cittadini campani che sono scesi in piazza. Ma una parte di loro contesta il decreto, sostenendo che sarebbe stato approvato senza il loro coinvolgimento. Cosa ne pensa? «Senza la sensibilizzazione da parte dei cittadini che sono scesi in piazza non ci sarebbe stato questo decreto, che non ci sarebbe stato neanche se non d fosse questo governo. C'era l'ur genza di intervenire, di ascoltare la voce che proveniva da quella terra e da quella gente che è la mia gente. In sede di conversione alle Camere coinvolgeremo di più le associazioni e i cittadini, con cui peraltro ne io ne il ministro Orlando abbiamo mai interrotto il dialogo. Penso a don Patriciello, ma anche a tante altre associazioni e movimenti che continuano a battersi. È questa la nuova Campania che si afferma oggi anche nel decreto sulla Terra dei fuochi. Iniziamo un percorso che deve vedere la bandiera della legalità sventolare proprio laddove camorra e criminali hanno compiuto un crimine così infame come avvelenare la terra. La Campania che non volta la testa dall'altra parte e che vuole tornare ad essere la patria di tante eccellenze alimentari e non solo.
Che impiego avranno i militari? Solo presi- dio oppure potranno fermare chi sversa e incendia illegalmente? «I militari presidieranno il territorio permettendo alle forze dell'ordine di occuparsi maggiormente delle indagini e del contrasto alla criminalità agro-ambientale. Lo Stato sarà presente ma non è una militarizzazione. Stiamo parlando di territori in cui per anni la camorra si è sentita in diritto di sversare, tombare, seppellire e bruciare rifiuti, forse è il caso di mettere un punto, anche con l'uso dell'Esercito. In ogni caso tutto sarà coordinato dai prefetti».
Ministra, lei ritiene che la zona no food sarà molto ampia? «Questo ce lo diranno le indagini preliminari alla perimetrazione, che saranno svolte campo per campo dagli enti di ricerca e di controllo coinvolti. Con il decreto abbiamo previsto un'operazione importante sul territorio, con impiego delle migliori professionalità al servizio del Paese. Lo Stato c'è e nella Terra dei fuochi individueremo ogni singola area agricola contaminata. L'obiettivo è arrivare in tempi davvero rapidi alla distinzione tra zone food e no food e per fare questo andremo sui campi a verificare».
E se non vi faranno fare le analisi entreranno nella lista nera. «Se i proprietari delle terre non consentiranno l'accesso, quei terreni verranno inseriti automaticamente tra quelli dove non è possibile produrre alimenti. Una misura dura, ma che da il senso di quello che stiamo facendo e del rigore che metteremo nella mappatura. Ovviamente se poi sarà possibile effettuare le verifiche su quelle terre, e risulteranno non inquinate, il divieto di coltivazione verrà revocato. La mappatura ci consentirà quindi di portare fino in fondo quell'operazione verità che tuteli la salute dei cittadini, ma anche il lavoro dei tantissimi agricoltori onesti della Campania che oggi si trovano schiacciati tra i crimini della camorra e il danno d'immagine che sta subendo tutto l'agroalimentare della Regione. Rispetto alle dimensioni della produzione agricola campana, infatti, non credo che la zona no food sarà ampia, considerati anche i risultati delle analisi campione ad oggi in nostro possesso».
Nelle aree inquinate cosa si potrà fare? «Proprio grazie al controllo di tutti i terreni agricoli, quelli che risulteranno contaminati verranno destinati a coltura no food e si deciderà sui singoli casi. Ora è il momento di verificare, circoscrivere, perimetrare e poi dovremo bonificare. Perché questa sarà la sfida successiva, perché la nostra terra tomi ad essere sana e la ferita si rimargini. Diciamo anche cosa non si potrà più fare e non solo in Campania- Non si potrà più dare fuoco a rifiuti abbandonati, perché abbiamo introdotto pene severe per questo nuovo reato contro l'ambiente e contro la salute delle persone. Ora chi appicca il fuoco alle immondizie andrà in carcere e non verrà sanzionato con una semplice multa. Dobbiamo far sì che quel nome Terra dei fuochi resti solo un brutto ricordo. Preferisco pensare a un domani dove saremo ricordati per essere terra delle olive, del vino e dei pomodori di qualità».
Quando tornerà in Campania? «Ci tomo tutte le settimane è la mia terra. Lì c'è la mia famiglia, le mie radici e sento una responsabilità ancora più grande per il mio territorio. E, visto che me lo chiedono spesso, le dico che mangio i prodotti agroalimentari campani, così come mia figlia. Non è un atto di coraggio e tantomeno di sottovalutazione del problema, ma di produttori onesti e di zone incontaminate nella nostra terra, per fortuna, ce ne sono ancora molte. Quelle che sono state colpite oggi devono ricevere l'attenzione e la cura che troppi anni di malaffare non hanno consentito. Ci vuole l'impegno di tutti, è una battaglia che si vince anche se cambiamo mentalità, ma credo che siamo sulla buona strada».
La Regione lamenta l'assenza di fondi nazionali. Si potrà intervenire? «Per il momento la Regione potrà utilizzare Programmi comunitari che sono notoriamente cofinanziati anche dallo Stato, peraltro è molto opportuno impiegare questo tipo di strumento, vista la difficoltà che a volte le Regioni mostrano nell'utilizzarlo ordinariamente. Ð Governo è in campo e siamo certamente consapevoli che l'operazione sulla Terra dei fuochi non è semplice, ma saranno trovate tutte le risorse necessarie anche utilizzando i Fondi di Coesione come spiegato anche dal collega Trigilia. Poi penso che questo sia il momento dell'agire e dell'unione e lo Stato, per come la vedo io, è uno solo, si chiami Ministero, Regione, Comune o Corpo di polizia».
Quanto ci vorrà per la mappatura? «Ci metteremo il meno possibile, sono previsti di fatto due tempi, uno più breve per la zona di Casería e Napoli e uno più lungo per l'intera Regione. Saranno comunque tempi rapidissimi».