C`è il carcere per i roghi Analisi sui suoli agricoli
NAPOLI — Dall'ammenda all'arresto. Chi bruda rifiuti, infatti, commette un reato e rischia la reclusione da due a dnque anni. Non solo. Qualora, durante la mappatura delle aree no food, non vengano consentite alle autorità le analisi, si entra automaticamente nella lista nera e non si potranno più coltivare generi alimentari. E poi ancora: sequestro degli autoveicoli che trasportano illegalmente materiali inquinanti. Trasferimento in tempo reale delle informazioni dai magistrati alle autorità competenti che devono risanare il danno. Coordinamento dei dati raccolti sinora e mai messi a sistema. Utilizzo dei militari per presidiare il territorio. Questo è l'aspetto repressivo del decreto legge sulla Terra dei fuochi varato ieri dal Consiglio dei ministri. È un punto di partenza, inutile cantare vittoria. Ma «è una risposta senza precedenti», dice il presidente del Consiglio Enrico Letta. Effettivamente, come anticipato ieri al Corriere del Mezzogiorno dal ministro per l'Ambiente Andrea Orlando, l'emergenza campana è finalmente questione nazionale. «Non era mai accaduto — prosegue Letta — che le istituzioni nazionali, il governo, lo Stato affrontassero l'emergenza Terra dei fuochi. Un'emergenza che si è protratta per decenni. Ora dobbiamo recuperare il tempo perduto». Punto fermo del decreto è la mappatura delle aree agricole. A tutela dei produttori e dei consumatori. In tré mesi si conclude rà, una volta per tutte, lo screening dei campi food e no food grazie a una nuova normativa che consente di classificare attraverso parametri, sinora inesistenti, i suoli coltivabili e quelli inquinati e dunque non coltivabili. (Ieri il Consorzio Mozzarella di bufala ha denunciato una perdita del 30% di fatturato negli ultimi due mesi) La parte più complessa, il tasto dolente, riguarda i fondi per le bonifiche. Ci sono, a quanto pare. Ma sono fondi esclusivamente regionali: 600 milioni di risorse europee. Che dovranno essere sottratti ad altri settori. Palazzo Santa Lucia vorrebbe un sostegno dal governo. «Il 13 ottobre chiesi al governo una legge speciale. Oggi è stato approvato quanto chiesto dalla Regione e dai cittadini — commenta il governatore Stefano Caldoro —. Dal Çîþ noi ci abbiamo messo tutte le risorse disponbili. Ora si parta con una campagna di ascolto, perché questo non è un decreto di Palazzo». Sui fondi il ministro per la Coesione territoriale, Carlo Trigilia, conferma: «I fondi verranno dal Programma operativo regionale Campania 2007-2013 e anche dalla riprogrammazione del Piano di coesione e se necessario potrà avere finanziamenti nel prossimo dclo dei fondi che partiranno dal 2014». D ministro aggiunge anche un altro elemento: verrà utilizzato il contratto istituzionale di sviluppo, uno strumento per raccordare le varie amministrazioni competenti che stabilisce tempi certi. E annuncia: «Ï decreto Terra dei øîchi sarà un modello da sperimentare in altre aree di crisi del Sud. Perché accanto all'aspetto ambientale, accanto alle bonifiche, al controllo, d deve essere anche un rilancio dell'economia locale». I ministri per l'Ambiente e dell'Agricoltura, Andrea Orlando e Nunzia De Girolamo ringraziano i cittadini, che scendendo in piazza hanno lanciato un monito alle istituzioni. Ma, accanto al solito profluvio di dichiarazioni a sostegno dell'azione del governo, c'è anche chi tenta una critica. Lo fa per esempio il giudice Raffaele Cantone in riferimento alla misura del decreto che prevede il raccordo diretto tra la magistratura e gli amministratori locali: «Le comunicazioni alle autorità politiche, amministrative e istituzionali sono previste dal codice di procedura penale, ma la maggior parte delle comunicazioni che abbiamo fatto quando lavoravo in procura non sortivano effetti, quindi pensare che comunicare al sindaco che un pentito ha ammesso di aver sotterrato rifiuti in una determinata zona possa cambiare il corso delle cose, mi sembra una cosa ridicola». E fa un appello ai cittadini, «affinchè tutti si assumano le proprie responsabilità». E gli organizzatori della manifestazione nume in piena che ha portato in piazza almeno 70 mila persone denunciano: «Per la realizzazione del decreto, ancora una volta non sono state coinvolte le realtà vive sui territori rispetto alle decisioni sulle misure da intraprendere. Un decreto legge, per natura, non favorisce il dialogo tra le parti in causa, ma lo annienta e noi questo dialogo non solo lo auspichiamo, lo esigiamo». Venerdì ci sarà un presidio davanti alla sede della Prefettura di Napoli.