Il governo approva il decreto, il piano sarà attuato insieme con la Regione. Letta: "Risposta senza precedenti"

Appiccare roghi diventa un reato mappa dei suoli, esercito, bonifiche

roghi sono reato, mappa dei suoli, bonifiche ed esercito Il premier Letta: "Risposta senza precedenti"
4 dicembre 2013 - Dario Del Porto
Fonte: Repubblica Napoli

«È una risposta senza precedenti, forte, netta. Per la prima volta le istituzioni nazionali affrontano l' emergenza Terra dei fuochi», afferma il presidente del Consiglio Enrico Letta. E in effetti il decreto legge varato dal governo contiene un pacchetto di norme che interviene profondamente sulle piaghe del territorio devastato dalle ecomafie. Il piano sarà attuato in stretto raccordo con la Regione e per questo il governatore Stefano Caldoro ha preso parte ieri ai lavori del Consiglio dei ministri. Su richiesta dei prefetti, potrà essere utilizzato anche personale messo a disposizione dal ministero della Difesa. Potranno dunque essere impiegati anche i militari, come ha spiegato il ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo, che ha proposto il decreto insieme al ministro dell' Ambiente Andrea Orlando e quelli dell' Interno, dello Sviluppo e della Coesione territoriale. Il primo dei nove articoli (sei dei quali specificamente dedicati alle questioni ambientali che tormentano la Campania) introduce il reato di combustione illecita di rifiuti: chi incendia cumuli di spazzatura abbandonati non sarà più punito con una semplice ammenda ma con la reclusione da due a cinque anni oppure, nel caso di rifiuti pericolosi, da tre a sei anni. Sono previsti ulteriori inasprimenti di pena nel caso in cui i roghi siano stati appiccati in territori «interessati da dichiarazioni di stato di emergenza nel settore dei rifiuti» al momento in cui il reato è stato commesso «o comunque nei cinque anni precedenti». Il veicolo utilizzato per compiere il reato sarà confiscato. Il secondo articolo del decreto prevede che il pubblico ministero debba informare il ministero dell' Ambientee la Regione nel caso in cui venga esercitata l' azione penale per reati in materia di rifiuti o per le altre ipotesi previste dal codice penale che implichino «un pericolo o un pregiudizio per l' ambiente». Nel caso in cuii reati ipotizzati dovessero arrecare «un concreto pericolo alla tutela della salute o alla sicurezza agroalimentare», il pm dovrà informare anche il ministero della Salute o quello delle Politiche agricole. In questo modo, l' obbligo informativo già previsto dalla legge viene esteso allo scopo di favorire il coordinamento fra l' autorità giudiziaria e le amministrazioni cui spetta l' adozione degli eventuali provvedimenti a tutela dell' ambiente sul territorio. Con il terzo articolo il governo vara poi interventi urgenti per garantire la sicurezza agroalimentare in Campania, alla luce «del gravissimo allarme sociale, con pesanti ricadute economiche, provocato dalla diffusione di notizie sullo stato di contaminazione dei terreni agricoli campani e su eventuali pericoli per la salute umana dei prodotti agroalimentari della regione». Sarà pertanto acquisita una «mappatura delle aree», così da individuare quelle inquinate, con il contributo di istituti e agenzie statali e regionali, ma anche di eventuali dati acquisiti durante le indagini della magistratura. Si partirà dalle province di Napoli e Caserta, ritenute il crocevia della situazione di allarme. I risultati, spiega Palazzo Chigi, «consentiranno di perimetrare i terreni no food, sradicando la convinzione sempre più diffusa ed in modo preoccupante che tutti i prodotti della Campania siano contaminati e che tutti i terreni destinati all' agroalimentare della regione siano pregiudicati da gravi fenomeni di inquinamento». Il decreto prevede inoltre la costituzione di un comitato interministeriale e di una commissione che avranno il compito di individuaree potenziare le attività di monitoraggio e tutela del territorio in Campania. Il decreto prevede la possibilità di finanziare questo programma «con risorse già stanziate e destinate alla Regione». Il decreto infine proroga fino al 31 dicembre 2015 l' Unità tecnica competente per le attività amministrative, come procedure espropriative, liquidazioni di passività, recupero crediti presso le amministrazioni comunali, relative al periodo dell' emergenza rifiuti. Nelle intenzioni del governo, la proroga dovrebbe però permettere soprattutto di «dare piena attuazione agli improcrastinabili interventi di natura ambientale» direttia rimuovere quelle «cause di perpetuazione di un danno ambientale» al quale spesso si aggiunge anche un danno patrimoniale.

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