Rifiuti, rispunta Rondolino e accusa tutti i campani
«La Campania l'hanno distrutta i campani, da soli e convintamente. Ora dovrebbero pagare di tasca loro per risa narla, anziché piagnucolare e chiedere altri denari». Chi l'ha detto? Fabrizio Rondolino. Che si autodefinisce giornalista e scrittore, freelance dal 1999. Dopo aver frequentato il liceo classico e aver conseguito una laurea in filosofia teoretica all'Università di Torino e aver lavorato per la Federazione giovanile comunista italiana, per l'unità e nello staff di Massimo D'Alema dal '96 al '99, cioè anche durante parte del mandato di quest'ultimo alla Presidenza del Consiglio. Rondolino la propria posizione sui rifiuti in Campania l'ha diffusa su Twitter e su Facebook, il che fa pensare che volesse far arrivare la sua opinione a quante più persone possibile. Con tutto il suo portato di genericità e qualunquismo nell'accusa a tutti i campani, compresi quelli che quando venivano interrati rifiuti tossici non erano neppure nati. Mentre, diciamolo pure, quello era anche il tempo in cui Rondolino era al seguito di D'Alema al governo. Ma non solo: la sua affermazione significa anche che il giomalista-scrittore è contrario alle bonifiche da realizzare con risorse nazionali. Al di là dell'affermazione in se stessa, che pure non è risultata molto gradita, ha provocato irritazione che sia arrivata da un torinese. La sua successiva replica ad alcune delle critiche ricevute sui social network è stata: «Una buona regola da paese normale: se riempi di rifiuti tossici il posto dove vivi, poi ripulisci a tue spese». E ha generato ulteriori critiche, visto che tutti sanno che i rifiuti nascosti nelle viscere della Terra dei fuochi provenivano da aziende settentrionali. Ma Rondolino non si è fatto scrupolo si spingersi oltre. A ILazzaro, su Twitter, ha risposto che «i politici campani, come del resto la camorra, godono del consenso dei cittadini campani: che sono dunque i soli responsabili». Controreplica: «Dando per scontata questa considerazione superficiale, dove colloca le aziende del Nord che si sono servite della camorra?». E, da un'utente che firma i cinguettii con il nickname Imma: «Politici e camorra campana godono del consenso di industriali del Nord che per risparmiare fanno affari con camorra». Mentre Anna Esposito scrive: «Da quando la responsabilità civile e penale per un reato si estende a tutto un popolo?». Tra molti insulti e qualche parolaccia che piovono su Rondolino, qualcuno considera: «to un paese normale i compagni di partito di questo signore sarebbero stati persone senza macchie sulla coscienza». Stessa musica su Facebook. Molti lo insultano, moltitssimi invitano l'ex Lothar di D'Alema, poi diventato stratega del «Grande Fratello», a riflettere meglio sulla situazione. Francesco Pedro scrive: «Risaliamo alle imprese del Nord che hanno sversato e addebitiamogli i costi di smaltimento». Alex Scotto, prima di augurare guai d'ogni tipo a Rondolino, chiede: «Secondo tè la gente ha deciso di morire? Hanno deciso loro di rovinarsi la vita?». Ma lui, protervo, insiste: «Sì, Alex, hanno deciso loro». E giù, allora, altre risposte e altri insulti. Per esempio, da parte Salvatore Legnante: «È il classico arricchito radicai chic che per colpa di D'Alema ci dobbiamo sorbire a vita a sparlare di cose che non sa, che non vuole sapere e di cui non vuole capire. E la solita merda che, come Velardi, ci ha lasciato in eredità fl distrattore della sinistra italiana». Niente da fare, Rondolino non si scompone, al contrario alza ulteriormente il livello dello scontro: «Se lavoraste la metà di quanto insúltate sareste più ricchi dei tedeschi». Ma perché Rondolino si è impelagato in questo surreale scambio di offese con l'intera Campania? Una risposta la fornisce Giuseppe Mariconda nell'editoriale del sito ¡'Altro quotidiano (www.altroquotidiano.it), diretto da Ennio Simeone, sotto l'emblematico titolo «Comunicatore ricliclato». «Eccolo qui: ci mancava. Un altro checerca facile pubblicità», scrive Mariconda sferzante: «Se, facendo uno sforzo di memoria, lo estraiamo dall'anonimato e dal quasi definitivo oblio dove è finito, ricordiamo che in passato — quindici anni e passa or sono — è stato capo della comunicazione della squadra messa su da D'Alema, prima segretario pds e poi presidente del consiglio». Ancora: «Rondolino non era solo in quella squadra e non è il solo che è passato a fare campagna elettorale per il centrodestra, campagne fallimentari — ovvio — come altri suoi ex colleghi in varie parti d'Italia. Campagne fallimentari per i candidati ma che hanno fruttato remunerative collaborazioni». E infine: «Adesso arriva il nuovo "conquistatore" subalpino a spiegarci che cosa fare... Ma — direbbe il vecchio principe napoletano Toto — "ci faccia il piacere!"».