Sanità L'istituto assicura: ma da noi è tutto in regola

Allarme dal Pascale «Sversati anche i rifiuti ospedalieri»

Marfella: qui non ci sono impianti
26 novembre 2013 - Raffaele Nespoli
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI - «Anche i rifiuti ospedalieri tra quelli sversati nelle discariche della Campania». Per Antonio Martella, epidemiólogo del Pascale, questa è una realtà ormai più che accertata «vista la mancanza in regione di impianti per lo smaltimento di rifiuti speciali ospedalieri». Ieri, in occasione di un calendario realizzato immortalando medici, ricercatori, pazienti e apparecchiature hi-tech dell'Istituto, Marfella ha chiarito un concetto evidentemente semplice, ma estremamente inquietante: «Quando non si è smaltito in maniera perfettamente tracciabile queste sostanze è accaduto che si siano sovrapposti rifiuti urbani e rifiuti ospedalieri». Un ragionamento che non fa una piega e che porta direttamente ad un'altra domanda, è legittimo chiedersi se tra questi rifiuti ospedalieri non ci siano anche quelli del Pascale. In questo caso la risposta arriva perentoria dal direttore generale dell'Istituto; per Antonio Pedicini «nessun rifiuto, nemmeno una siringa, prove niente dal Pascale è stato smaltito in modo illegale. Non abbiamo mai avuto notizia che i rifiuti speciali del Pascale siano stati smaltiti m impianti non a norma, altrimenti lo avremmo segnalato alle autorità giudiziarie». A guardar bene, dunque, il nocciolo della questione è tutta nei costi. Smaltire rifiuti ospedalieri pericolosi, proprio per l'assenza di impianti autorizzati in regione, comporta esborsi economici notevoli. Stando a quanto è emerso ieri, il Pascale, ad esempio, ha speso circa yoomila euro in un triennio. «Cifre enormi - chiarisce Martella - per molte strutture sanitarie "meno facoltose", che potrebbero non essere riuscite a garantire la stessa trasparenza nello smaltimento dei propri rifiuti». L'oncologo, che ha il merito di aver denunciato da anni le criticità legate alla gestione dei rifiuti pericolosi, fa dunque riferimento alla perizia Resit, e alle 290 pagine del rapporto Balestri pubblicato in esclusiva dal Corriere del Mezzogiorno il 30 settembre scorso. Ed effettivamente alla pagina 17 della perizia vengo no citate tutte le ditte che hanno sversato, soprattutto tra Ã88 e il '92, rifiuti ospedalieri. «Se si scorre quell'elenco conclude Martella - si vedrà che ci sono diversi nomi di aziende che sono sotto indagine. Oggi però abbiamo almeno la certezza che il muro di gomma è caduto, finalmente si è riconosciuta l'esistenza di un problema e possiamo iniziare a somministrare la cura». Raffaele Nespoli I costi «Smaltire questi rifiuti è molto caro: noi in tré anni abbiamo speso settecentomila euro»

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