Ciclo incompleto dello smaltimento così a Napoli la bolletta più alta d`Italia
Tares o Tarsu, la musica non cambia. Le imposte sullo smaltimento dei rifiuti pagate dai napoletani sono - da svariati lustri - nettamente le più alte in Italia. Una verità incontrovertibile, dimostrata a più riprese dalle indagini periodiche di organizzazioni sindacali, associazioni di consumatori e studiosi del settore. E, al danno dei tributi altissimi, si aggiunge l'amara beffa di un servizio di smaltimento estremamente carente, con lo spettro dei cumuli di spazzatura per le strade che si riaffaccia ad ogni minimo imprevisto. «Il Comune, come tutti sanno, è in grande difficoltà economica spiega Rosario Stomaiuolo di Federconsumatori - e quindi ricava il massimo possibile dalle tasse».
Tuttavia questa non è l'unica spiegazione. Il meccanismo per determinare le tasse sulla spazzatura è piuttosto complesso e la più importante innovazione introdotta dal nuovo tributo èia copertura globale dei costi del servizio, da parte dei cittadini. Una novità che ha incrementato il carico - già altissimo in precedenza - che grava sui contribuenti. Ma perché per i napoletani l'imposta sulla spazzatura si trasforma ogni anno in una sorta di castigo divino? «In città si paga, molto più che altrove, l'eterna emergenza spiegano i tecnici dell'Asia - che di pende anzitutto dalla mancanza di impianti adatti allo smaltimento. Per ogni impianto che non c'è siamo costretti a individuare delle soluzioni tampone che vengono scaricate puntualmente sulla cartella che arriva ai contribuenti». Già, perché la bolletta Tares serve a coprire contemporaneamente lo smaltimento - nella misura del 60 per cento circa - e il servizio - ovvero la raccolta dei rifiuti e lo spazzamento delle strade - che incide per il restante 40%. Proprio dalla voce smaltimento dipende buona parte del gap che separa Napoli dal resto d'Italia. Il principale anello della catena dello smaltimento si identifica con quella che i tecnici definiscono frazione umida, un termine specialistico per indicare gli avanzi di cibo o i residui organici. «L'umido - spiegano ancora dalla municipalizzata - corrisponde a poco meno della metà della produzione totale di rifiuti. Per smaltirlo, siamo costretti ad inviare tutto in Puglia o in Veneto e questo determina un costo di 160 euro per tonnellata. Un prezzo enorme che si scarica sulle cartelle Tares». La realizzazione degli impianti di compostaggio è la soluzione individuata dalla giunta comunale per abbattere il costo dell'umido. Mentre sulla collettività incide anche - sebbene in una misura minore - il prezzo da pagare per il trasporto di una parte dei rifiuti in Olanda. Alla voce servizi, bisogna considerare anche le bonifiche e le frequentissime opere straordinarie, come dimostrano le 68 discariche abusive a cielo aperto presenti in città che richiedono interventi quasi quotidiani e costi enormi. Anche questi a spese dei cittadini. Ma come fa l'amministrazione a determinare gli importi delle bollette? Si prende in considerazione il costo complessivo del servizio svolto da Asia e a questo si aggiunge l'ammontare complessivo del prezzo dello smaltimento. Dalla somma di questi due addendi, viene fuori una cifra, che è quella che serve al Comune. Per ottenere quanto occorre, la cifra viene poi divisa per il totale dei contribuenti. E questo valore è la Tares, determinato anche in base alle aliquote. Nel calcolo non sono inclusi i tanti cittadini oltre il 20%, secondo le ultime stime - che non si sono nemmeno iscritti nell'anagrafe tributaria, ovvero gli evasori, E se questi ultimi non esistessero, la tassa sulla spazzatura sarebbe decisamente meno salata.