Lungomare, rifiuti e cibo tra gli scogli
NAPOLI. Era stato presentato dall'amministrazione De Magistris come il simbolo della rinascita sociale e culturale di Napoli. Si tratta, è ormai risaputo, del Lungomare "liberato", il più bello al mondo, da "restituire assolutamente alla cittadinanza.". Ma il supersindaco e collaboratori, stando almeno a fatti e risultati, s'erano fatti male i conti. O meglio, nel caso in questione, come del resto per le tante emergenze ancora sul tappeto, non si era e non si è tenuto conto di due gravi remore: la mancanza di controlli in materia di sicurezza ambientale e lo scarso senso civico di tante persone e visitatori. Due "quadretti" sono li a testimoniare l'incuria, il degrado lungo via Partenope: la stele monumentale a ricordo del "ra duno dei Marinai d'Italia", del 6 novembre 1956; e gli arenili della spiaggia appena sottostante. La prima, oltre alla targa-ricordo, diventata invisibile per ruggine ed erosione da agenti esogeni, resta vandal izzata da scritte con spray indicibili e di pessimo gusto, e da graffiti selvaggi; i secondi, invece, si mostrano ricettacolo di rifiuti a cielo aperto, tra tavole di ponte, ferraglia, plastica, cartacce e residui alimentari, con la scogliera intomo disseminata di prodotti ittici putrefatti e topi.