Trattori in corteo ad Acerra Regione-Università: convenzione per il controllo dei suoli inquinati
NAPOLI — «Noi alimentiamo la vita, non vendiamo la morte»: è quanto hanno scritto alcuni agricoltori di Acerra su uno dei cartelli esposti sui 45 trattori che ieri hanno sfilato in corteo per le strade della cittadina alle porte di Napoli. Il famoso distretto industriale dell'inceneritore, dell'ex Montefibre, della Fri-El, dei Regi Lagni da bonificare, delle pecore alla diossina all'epoca del film «Biutifui Cauntri» e che oggi attende un nuovo impianto di trattamento rifiuti speciali, la EcoDrin. Anche qui, come nella vicina Caivano, ci sono stati sequestri di appczzamenti di terreno avvelenati (e non mancano i pozzi banditi: già nel 2008 il sindaco Marietta sequestrò 15 ettari sulla base dei dati Arpac su piombo, cadmio e diossina nei pressi della discarica abusiva di Calabricito). Ma i prodotti che finiscono in vendita sono invece testati e sicuri, dicono gli agricoltori che protestano contro quello che definiscono «un tílleraggio mediático» delle colture dell'area detta Tena dei Fuochi. I manifestanti, oltre un centinaio, si sono diretti al Comune per incontrare il sindaco Raffaele Lettieri. «Chiediamo chiarezza - dicono su tutte le vicende che stanno distruggendo l'immagine e l'economia del nostro territorio. Vogliamo la circoscrizione dei suoli contaminati. La pubblicazione dei suoli sani e di tutte le analisi compiute sul territorio. La restituzione della nostra credibilità con interventi certi». Gli agricoltori lamentano perdite per circa 18 milioni di euro.
Sciopero delle tasse «Siamo pronti a non pagare le tasse per protestare contro il terrorismo mediático che indica i nostri prodotti come inquinati (vedi la recente pubblicità della Pomi , ndr). L'agricoltura ad Acerra è sana, e se entro dicembre non saranno ampliamente pubblicizzate le analisi che comprovano la bontà dei nostri prodotti attueremo questa forma di protesta fino a quando non avremo la possibilità di riprenderci economicamente», hanno annunciato in assemblea nell'aula consiliare del Comune. E qui Lettieri ha invitato i manifestanti a non «attuare il proposito». «Siamo indicati come assassini - ha però spiegato Paolo Petrel- la, uno degli agricoltori - eppure le analisi cui sottoponiamo i prodotti danno per certa la loro genuinità: le ultime sono state effettuate solo 15 giorni fa ed i valori sono molto al di sotto dei limiti consentiti per legge. Ma nessuno vuole più i nostri prodotti». Petrella ha affermato che solo ad Acena si producono decine di milioni di chili di patate; «Bastano a soddisfare il fabbisogno di tutta la nazione, ma qui produciamo anche finocchi e insalate. Personalmente coltivo piante di loti, ed ultimamente ho registrato la paura degli acquirenti, che si allontanano dai prodotti della Campania». Gli agricoltori chiedono la tracciabilità dei prodotti e la pubblicazione delle analisi effettuate, che possano restituire loro «credibilità ed affidabilità». «Qui produciamo la gran parte dei pomodori San Marzano - ha concluso - che finiscono sulle tavole di tutto il mondo: anche famose pizzerie di Napoli usa no i nostri pomodori ed ha le certificazioni della loro genuinità. Noi non chiediamo aiuti economici allo Stato, rivogliamo solo la possibilità di lavorare per portare avanti le nostre attività. E necessario che si attivi anche un registro delle aziende che non sono inquinate, in modo da far sapere ai consumatori che ciò che acquistano è sano».
La Indesit in un rapporto del '96 «I manager dell'Indesit Merloni avevano un rapporto esclusivo con Cipriano Chianese, l'avvocato dei clan casalesi specializzato nello smaltimento dei rifiuti tossici. Lo dice un rapporto segreto della Criminalpol del '96, rimasto senza conseguenze giudiziarie ma finito oggi agli atti del processo che la Dda di Napoli sta conducendo su Chianese ed il clan»: è invece quanto si leggerà sul prossimo numero de L'Espresso. «È la prima volta - secondo il settimanale - che nelle carte giudiziarie spunta fuori il nome di una grande azienda che avrebbe partecipato allo sversamento illecito m Campania. La polizia intercettò i dialoghi tra i camorristi e alcun alti dirigenti della Indesit Merloni». Nelle carte si parla di «un rapporto commerciale in atto tra l'indagato e la nota azienda: l'attività di recupero rifiuti è svolta dall'associazione di imprese Danese-Giordano che forte del beneplacito dei vertici amministrativi della Indesit opera con proprie regole e sostanzialmente fuori dai vincoli di legge». Immediata la replica dell'azienda: «Seguiamo la legge e siamo sensibili all'ambiente, mai coinvolti in vicende simili».
Bonifiche, Commissione su anomalie E si va verso la costituzione di una Commissione per la verifica delle offerte anomale per le bonifiche dell'ex Resit di Giugliano: assicura «massima trasparenza» il governatore Caldoro. Ad avviare le procedure è la Sogesid, società in house dell'Ambiente e Infrastnitture. In una lettera al commissario De Biase, propone che facciano parte di tale Commissione esperti indicati dal ministero delle Infrastnitture, dal Consiglio superiore dei lavori pubblici e dagli ordini professionali. L'assessore all'Agricoltura, Nugnes, ha intanto avviato una convenzione con il dipartimento di Agraria della Federico D per il controllo agricolo o la «bonifica ecocompatibile» dei suoli contaminati.