L'allarme Schiavo, leader di Confesercenti: le imprese chiudono così si produce solo disoccupazione Lunedì incontro delle categorie con Sodano e Palma

Stangata record: il «Transatlantico» dovrà pagare cinquantamila euro

Lo sfogo del titolare del ristorante al Borgo Marinari: tributo non proporzionato agli incassi
23 novembre 2013 - va.iu.
Fonte: Il Mattino

Svegliarsi una mattina, aprire la cassetta postale e trovare una bolletta da 40mila e 500euro. Non è il plot di un romanzo di fantascienza. E nemmeno la trama di un film. Si tratta, invece, dell'importo della cartella Tares di un noto ristoratore napoletano, anch'egli colpito, come tanti suoi colleghi, dalle folli imposte sullo smaltimento della spazzatura. «Mi è arrivata ieri - spiega il proprietario del ristorante Transatlantico, al Borgo Marinari - questa mazzata che non mi aspettavo di queste dimensioni, nonostante le esperienze di altri esercenti. Una vera assurdità, se si considera che per la Tarsu ho pagato l'anno scorso meno della metà. La Tares è una dannazione. Ci fanno pagare le superfici ampie. Ma che senso ha, visto che utilizziamo solo una parte degli spazi a nostra disposizione e negli altri non produciamo rifiuti? Se hounlocaledi300mq che produce reddito solo per 100, perché debbo pagare tutto?». Le cartelle Tares colpiscono senza pietà i commercianti - in particolare alcune categorie - e le assodazioni parlano senza mezzi termini di fine di tante attività. «La nuova imposta sui rifiuti è il passaporto per far chiudere le imprese - spiega il presidente provinciale di Confesercenti Vincenzo Schiavo - e, in un momento di crisi come questo, è inconcepibile che si ricorra ad una tas sazione così iniqua. Il fallimento di tanti negozi ha determinato l'incremento del 35% del numero dei disoccupati nel settore. E se si perde il lavoro a 40 o a 50 anni, chi li assume più questi disoccupati? I governi nazionali e locali non hanno fatto nulla per evitare tutto questo. Non sono capaci di comprendere la portata del dramma delle imprese e tutto quello che ne viene fuori. Dovrebbero spiegard da dove può arrivare la ripresa se le aziende chiudono. Perciò abbiamo sollecitato gli enti locali ad aprire un tavolo tecnico». L'amministrazione comunale ha accontentato i commerdanti almeno sulla richiesta di un incontro. Un vertice tra gli assessori Palma e Sodano, da una parte, e tutte le assodazioni di categoria dall'altra si svolgerà lunedì prossimo a Palazzo San Giacomo. Probabile la dilazione dei pagamenti. Almeno di quelli più onerosi. Ma il grido di dolore più acuto arriva dai piccoli esercenti, in particolare i negozi di ortofrutta, i fiorai e le pescherie, particolarmente penalizzati dal criterio - che è alla base della nuova normativa - secondo cui paga di più chi inquina maggiormente. «Per questi commercianti - riprende Schiavo - la nuova tassa è addirittura quadruplicata rispetto alla precedente. Ma quest'anno di pesce non se ne vende così tanto e di fiori nemmeno. Come fa un imprenditore a pagare quattro volte di più?». Ma anche gli esercizi che inquinano meno sono in grande difficoltà. Come un negozio di articoli sportivi al Corso Secondigliano, che ha ricevuto una cartella di 3mila500 euro e non vende nemmeno un paio di scarpette da giorni.. «L'importo della tassa è superiore a quello che guadagno in un mese. Eperciò sto chiudendo le serrande», spiega il proprietario.

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