Acqua, ogni anno controlli su 20mila campioni solo il 2 per cento «non conforme» alla legge

Analisi su 20mila campioni: acqua sana

Ecco i controlli incrociati tra gestori, Asl e Arpac. «Solo il 2 per cento non conforme»
23 novembre 2013 - Gerardo Ausiello
Fonte: Il Mattino

Sono 20mila i campioni d'acqua prelevati ogni anno a Napoli e in Campania dagli esperti dell'Arpac: a conti fatti, in media il 2 per cento di questi risulta «non conforme» alle norme in materia (soprattutto per la presenza di microrganismi). Ma non c'è solo l'Agenzia regionale a vigilare sulla salubrità delle risorse idriche. La filiera dei controlli è complessa e articolata. In prima linea ci sono i gestori, ai quali il decreto legislativo 31 del 2 febbraio 2001 affida «la responsabilità della gestione economica, tecnica e commerciale del sistema acquedottistico, oltre che del sistema della depurazione delle acque reflue». I comuni, tramite gli Ato, hanno la responsabilità dell'affidamento del servizio mentre la Regione coordina tutte le azioni degliAto. In caso di anomalie o irregolarità, partono le proce dure per bloccare l'erogazione. Il compito di vigilare, di fatto, sui gestori spetta invece alle Asi, le aziende sanitarie locali, che si affidano appunto ai tecnici dell'Arpac. L'obiettivo finale, per tutti i soggetti competenti, è difendere la salute pubblica da eventuali rischi rappresentati da sostanze tossiche. Ma perché il monitoraggio non viene affidato ad un soggetto unico (è questa l'obiezione mossa dall'Espresso nella contestata inchiesta «Bevi Napoli e poi muori»)? «La filiera dei controlli è stabilita dalla legge - spiegaatal proposito Leopoldo Esposito, responsabile del settore tecnico del laboratorio di analisi di Abc, l'azienda di risorse idriche di Napoli - Acqua: i controlli La presenza di più soggetti costituisce un'ulteriore garanzia per gli utenti poiché i controllori vengono a loro volta monitoratì da altri organismi». Peraltro, insiste Esposito, «sono complessivamente 37 i parametri presi in considerazione quando si analizza l'acqua. Si ha così un quadro completo ed affidabile. Nel loro dossier per le basi Us Navy, invece, gli studiosi americani hanno utilizzato criteri troppo stringenti, che possono valere per le aree altamente inquinate e non per le città e le realtà urbane. Il modello è dunque sbagliato. Del resto gli stessi americani sostengono che situazioni simili si ritrova- no in diverse metropoli statunitensi. Quanto ai risultati delle analisi, sono disponibili e facilmente consultabili - divisi quartiere per quartiere - sul sito dell'Abc». Proprio pertranquillizzare i cittadini, l'azienda halanciato una campagna informativa sugli organi di stampa assicurando che «le analisi sono effettuate in numero cinque volte superiore a quanto richiede la normativa vigente per un totale di oltre lOOmila l'anno».
Secondo gli esperti, insomma, le eventuali contaminazioni non riguardano l'acqua potabile: «I campioni idrici vengono raccolti ogni settimana per i controlli di routine. Ogni due mesi, poi, scattano ulteriori e più approfondite verifiche - chiarisce Marinella Vito, direttore tecnico dell'Arpac Tracce di sostanze pericolose so no state rinvenute nei pozzi di alcuni comuni del Casertano, come ad esempio Casal di Principe, ma quell'acqua non finisce nei rubinetti a meno che non ci siano abitazioni abusive collegate direttamente ai pozzi. Naturalmente quell'acqua non va neppure utilizzata per l'agricoltura». Anche l'Asl Napoli 2 Nord, che ha competenza su parte delle aree devastate dai rifiuti tossici, dice «no agli allarmismi»: dall'azienda fanno sapere, infatti, che «vengono effettuati fino a mille campionamenti l'anno per verificare la qualità dell'acqua. Tutti i rilievi non hanno mai fatto riscontrare problemi legati all'inquinamento delle falde. Risulta solo una maggiore concentrazione di arsenico, dovuta alla qualità delle acque e al suolo vulcanico»

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