«Mi sono ispirato al soft walking»
«L’idea è nata in pullman, tornando da Roma dove avevamo incontrato il ministro Prestigiacomo e il sottosegretario Bertolaso. Ci chiedevamo come organizzare manifestazioni di protesta senza violare il decreto del governo. Ci abbiamo ragionato collettivamente ed ecco il risultato: il soft walking». Antonio Musella, 27 anni, operatore sociale, studente in Scienze politiche, uno dei leader dei Comitati in difesa delle cave di Chiaiano e Marano, è più che orgoglioso del risultato della manifestazione.
Tutta Italia ha parlato della marcia in tangenziale, a 20 km all’ora, di 139 auto, con la paralisi dell’arteria.Antonio, la manifestazione è riuscita. E con un immediato effetto mediatico.
«Era il nostro obiettivo, era quello che ci chiedevano i cittadini di Chiaiano e Marano che mantengono il presidio contro l’apertuta della discarica. Abbiamo ottenuto che si continui a parlare della cava, abbiamo protestato senza che le forze dell’ordine potessero intervenire».
Qual è la genesi del soft walking?
«È una forma di protesta nata nel Nord Europa e che prende spunto a sua volta dalle azioni di ”reclaim the street”, un collettivo di attivisti che in Inghilterra sostengono l’idea che gli spazi pubblici siano di proprietà collettiva, con giochi e rappresentazioni teatrali in strada».
In tangenziale avete portato un numero ben determinato di auto.
«Centotrentanove, come il numero minimo di autocompattatori che ogni giorno dovrebbero dirigersi a Chiaiano per sversare rifiuti».
Quali sono state le reazioni delle forze dell’ordine?
«Non abbiamo avuto eccessivi problemi. All’uscita della tangenziale a Pozzuoli la polizia stradale ha bloccato una decina di auto, chiedendo i documenti. Ma era tutto a posto, noi non abbiamo attuato alcun blocco».