Il procuratore antimafia alla Federico II: «Pene troppo lievi»

Roberti: sui rifiuti si è sbagliato, responsabilità nelle istituzioni

19 novembre 2013 - Espedito Vitolo
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

 

NAPOLI — Sui rifiua qualcuno ha sbagliato mettendo a repentaglio la vita di ignari cittadini. Ma soprattutto le leggi non sono in grado di poter fronteggiare il fenomeno che può contare su pene molto lievi e sicuramente non all'altezza della gravita del delitto. Il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti ha parlato con durezza agli studenti della Federico Ð accorsi a un incontro organizzato dall'associazione Asu del dipartimento di Scienze Politiche presso l'ateneo. «Le pene — ha detto Roberti — per i reati connessi allo smaltimento illegale di rifiuti sono troppo lievi. L'adeguamento della legislazione è all'esame del Parlamento che speriamo abbia il tempo e la forza di poter approvare finalmente queste modifiche». Con quali armi allora si è combattuto il traffico illecito di rifiuti? «Solo nel 2007 — ha risposto Roberti ai ragazzi — è stato previsto il reato di traffico in forma organizzata di rifiuti che solo quattro anni dopo è stato inserito tra reati mafiosi di competenza della Dda. Ma ancora oggi questi reati sono puniti con pene lievi che spesso cadono m prescrizione. Manca anche il reato di disastro ambientale, manca l'aggravante di danno ambientale. Sarebbero necessari anche strumenti come il processo per direttissima, l'arresto in flagranza, la possibilità di effettuare intercettazioni ambientali per termine lungo come per le indagini sui mafiosi e anche la confisca delle aziende che smaltiscono illegalmente i rifiuti». Poi i ragazzi hanno chiesto, anche con toni duri: di chi le colpe? Possibile che le istituzioni non sapessero nulla? «Molti esponenti delle istituzioni sono stati silenti — ha risposto Roberti —, a volte collusi. Ma una responsabilità forte nell'inquinamento della Campania è anche della società civile, ad esempio dei contadini che adesso vengono compatiti ma negli anni scorsi hanno preso soldi a palate per far sotterrare i rifiuti nei loro terreni». Della vicenda Terra dei fuochi si occupa anche un ex magistrato del calibro di Antonio Di Pietro. «Ho fatto richiesta all'autorità competente di poter ascoltare il pentito Carmine Schiavone o direttamente, o in subordine inviandogli cinque domande scritte per sapere dove sono interrate le sostanze tossiche in Molise». n pentito ha reso noto che anche nel Molise occidentale la camorra ha smaltito rifiuti tossici.

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