Il Papa: prego per la Terra dei fuochi Telefona a suor Teresa. E lei: stavo svenendo
Caldoro e l'ambientalismo «Sono stato il consigliere regionale che volle l'assessorato all'Ambiente Ora il riscatto della Campania»
NAPOLI - «Il Papa, il Papa al telefono!». Un urlo che si è trasformato quasi in accorata invocazione, scivolando veloce come un richiamo per tutto il corridoio. Le sette consorelle di suor Teresa l'avvertono ancora come un'eco presente quel grido che, raccontano, giovedì scorso ha squarciato l'aula della quinta elementare della comunità delle Figlie di Sant'Anna, in via Matteotti, a Casal di Principe. «Ero in classe, a metà mattinata, quando squilla il telefonino — racconta suor Teresa, la madre superiore che assieme alle cartoline dei bambini morti di cancro della Terra dei Fuochi aveva spedito anche un messaggio con il suo numero di cellulare a Papa Francesco —. Faccio: "Pronto, chi è?". E dall'altra parte, una voce santa mi fa: "Sono il Papa, Papa Bergoglio". Stavo quasi per svenire. Ricordo soltanto che i bambini si sono accorti della telefonata del Pontefice e hanno incominciato a urlare, a gridare tutta la loro felicità. Io pensavo ad uno scherzo, invece era davvero Francesco. Mi ha benedetto. Ci ha ringraziato. E io sono rimasta esterrefatta, andando incontro alle mie sorelle».
Benché siano trascorsi alcuni giorni dalla improvvisa telefonata del Pontefice a suor Teresa delle Figlie di Sant'Anna nella scuola di Casal di Principe, la notizia si è propagata grazie ai geni tori degli allievi della quinta elementare che hanno raccolto l'emozionata testimonianza dei loro figlioli. «Se fosse stato per noi — concludono le suore — non l'avremmo raccontato a nessuno. Ma i bambini, sa come sono fatti i bambini? Hanno raccontato tutto a casa».
Don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano che si batte contro il biocidio nella Terra dei fuochi, ha commentato anche lui visibilmente emozionato: «Abbiamo inviato centocinquantamila cartoline con i volti dei bambini morti di cancro. Suor Teresa è rimasta sorpresa dalla telefonata del Papa. Poi ha capito, si è ripresa e lo ha salutato, ha creduto di svenire in mezzo ai suoi alunni, che non appena hanno compreso chi fosse l'interlocutore della loro maestra, hanno cominciato a fare festa, volevano salutare tutti il Papa. E suor Teresa è ancora emozionata per quella telefonata, nella quale il Santo Padre ha mostrato tutta la preoccupazione per i bambini di questo territorio.
Le ha detto che era ben informato su quanto accade, purtroppo, dalle nostre parti».
Don Maurizio, che sabato scorso ha ca peggiato il corteo dei 70 mila a Napoli a difesa della vita, ennesima tappa di un lungo cammino di protesta e di sensibilizzazione sui delicatissimi temi ambientali, adesso accarezza un altro, grande desiderio: «Spero che Papa Francesco accetti l'invito a visitare la Terra dei Fuochi — confessa — per portare la propria compassione in questi territori martoriati dalla camorra anche dal punto di vista ambientale. Se non può venire spero che parli di queste terre da San Pietro — spiega —. Io ho il telefonino sempre acceso, anche di notte, nella speranza di essere contattato dalla Santa Sede per spiegare personalmente al Santo Padre cosa succede qui. Troppi i morti, purtroppo anche tra i bambini». Ora l'attenzione politica e delle istituzioni è tutta concentrata sulla necessità delle bonifiche e sulla priorità di provvedimenti legislativi adeguati a fronteggiare l'emergenza ambientale in Campania, in particolare tra le province di Napoli e Caserta. «Sulla bonifica della Terra dei fuochi ci aspettiamo che siano accelerati i tempi — ha auspicato il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro — c'è una comunità che si vuole riscattare intomo al tema dell'ambiente. Ricordo di essere stato il consigliere regionale che ha voluto l'assessorato all'ambiente e vengo da un partito, il Psi - ha concluso - che ha fatto nascere il ministero dell'ambiente». Mentre la ministra delle Politiche agricole, NUnzia De Girolamo, ha ribadito che «con i ministri della Giustizia, Aitano, e quello della Difesa, Mauro, stiamo valutando l'arrivo dell'esercito non per militarizzare la Campania, ma per aiutare la regione a perimetrare e circoscrivere il pericolo. Devo evitare speculazioni, individuare le zone no food e garantire il made in Campania».