Intervista ad Angelo Ferrillo

Il blogger: mi è stato impedito di parlare se continua così mobilitazione inutile

Ferrillo accusa: delegittimato perché non condivido il metodo
Basta tavoli, serve concretezza
18 novembre 2013 - Tonia Limatola
Fonte: Il Mattino

«La nostra manifestazione è stata contestata, ci hanno interrotto ma non abbiamo tolto la parola a nessuno. È evidente che non c'è voglia di ascoltare tutte le posizioni sul metodo per salvare dal degrado queste terre». Ieri Angelo Ferrillo, blogger della Terra dei fuochi, non ha pubblicato nulla sulla propria bacheca di Facebook per tenere basso il tono della polemica sul suo mancato intervento sul palco di piazza Plebiscito. Mapoi ha deciso di convocare una conferenza stampa per stamattina.
Se vuole tenere bassi i toni, perché tornare a parlare? «L'obiettivo è lanciare un altro appello: accantoniamo le polemiche, ora pensiamo alla manifestazione nazionale».
Restate troppo litigiosi voi del movimento però... «Veramente no, stavamo dicendo da settimane che avremmo partecipato. Ci sembrava che fosse utile ascoltare tutti, invece non solo non ci hanno fatto intervenire, ma sono stato allontanato L'amarezza Non mi è stato riconosciuto ¡I diritto di stare sul palco Altri costretti ad alzare la voce ¡o ho evitato mentre salutavo padre Zanotelli e Marfella. Gli organizzatori non mi hanno voluto riconoscere il diritto a stare là».
Perché non darle la parola? «Ufficialmente perché non facciamo parte del coordinamento unico nato da poco. Eppure, c'era stato un fitto scambio di messaggi con gli organizzatori e io mi ero attenuto alle loro disposizioni per sfilare col nostro striscione. Ci hanno messo in coda, pazienza. Quando mi hanno allontanato dal palco, anziché entrare in polemica, mi sono messo in lista per parlare tra le realtà territoriali, invece pretendevano che parlassi come se fossi uno del pubblico. Non si può delegittimare così uno che fa attività da dieci anni solo perché non si allinea. Nonostante questa mortificazione non abbiamo alzato la voce, come invece sono stati costretti a fare altri che poi sono intervenuti».
E in che cosa sareste distanti, allora? «Noi ribadiamo che bisogna lottare per queste tene fuori dalle istituzioni. Finora tavoli e protocolli non hanno prodotto mente».
Insomma, continuate a dividervi sul metodo con cui raggiungere l'obiettivo. Ma è lo stesso? «A noi preme lo stop ai roghi tossici. Tutto il resto arriva a cascata, mi fa rabbia che non si capisca. Fanno girare false voci su posizioni contro Rom e a favore inceneritore, mentre chiediamo scalette di interventi precise e non proclami generici. Invocare bonifica senza fermare gli sversamenti e gli incendi fa passare il messaggio che la bonifica possa essere realizzata con l'inceneritore».
Ora che cosa succederà? «Mi auguro che la frattura venga ricomposta. Quello che è stato inefficace finora va rimodulato, diversamente anche questa mobilitazione sarà inutile».

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