Pulito e riparato. Nasce il rifiuto di seconda mano

17 novembre 2013 - Valeria Chianese
Fonte: Avvenire

DA NAPOLI  Ridurre, riciclare, riusare sono i tré verbi da declinare per raggiungere un sistema sostenibfle nella gestione dei rifiuti. Se la crisi economica ha già ridotto gli scarti e se per il riciclaggio ci si può attrezzare, tutt altra cosa è il processo del riutilizzo, che è diverso dal riciclo in quanto usa nuovamente un oggetto o un materiale per il proprio scopo originale o per scopi simili senza alterarne in maniera significativa la forma. Precisazione indispensabile per evitare confusioni e premessa necessaria per introdurre il progetto pilota europeo Prisca, illustrato ieri alla Mostra d Oltremare di Napoli, dove è in corso laXXXV Fiera del Baratto e dell'Usato, durante la conferenza nazionale organizzata dal Wwf Ricerche e progetti. L'obiettivo è dimostrare che il 60% dei beni (con un valore economico) gettati via e inghiottiti dal flusso dei rifiuti solidi urbani può essere in tercettato, pulito, igienizzato, riparato e reimmesso sul mercato. Evitando innanzitutto che finisca in discarica e diventando anche un volano per creare posti di lavoro. Un progetto, D Prisca, la cui sperimentazione è già stata avviata aVicenza e a San Benedetto del Tronío e che durerà trenta mesi, fino al 2015. Nella cittadina véneta la cooperativa sociale Insieme, in accordo con la municipalizzata Valore Insieme, nel 2011 ha intercettato 400 tonnellate di materiali: ombrelloni, passeggini, stoviglie, ferri da stiro e altri elettrodomestici bianchi, come pure libri, quadri, sedie, porte e ne ha reimmesso in commercio il 92%. «Per ogni chilo di materiale riusato che non va in discarica, riceviamo dalla società municipalizzata un contributo variabile secondo un meccanismo premiale: più sale la percentuale di riuso, maggiore è la somma percepita», precisa Vania De Preto della Per il progetto europeo Prisca il 60% dei beni buttati può tornare sul mercato. AVicenza su 400 tonnellate di materiali recuperati, riutilizzato il 92% cooperativa Insieme che ha aperto un nuovo stabilimento e punta a raddoppiare la quantità di materiale conferito alla ricicleria locale. «La vera sfida - spiega Marco Frey della Scuola superiore San'Anna di Pisa, capofila del progetto - è intercettare nelle isole ecologiche e nei centri di riuso il più alto numero di beni-rifiuti». La onius Occhio del Riciclone, partner tecnico del progetto, ha stimato il valore di questi scarti usando come campione i 45mila cassonetti della città di Roma. «Abbiamo calcolato che ogni giorno ci sono 90mila euro di beni-rifiuti che potrebbero essere riusati, 33 milioni ogni anno», spiega il responsabile Gianfranco Bongiovanni. Nei prossimi mesi, fino alla primavera 2014, il progetto Prisca sarà presentato in tutte le regioni per valutarne altrove la replica biìità, secondo il prospetto europeo, che mira ad alleggerire la complessa normativa sul riciclaggio dei rifiuti e in particolare sul loro riutilizzo.

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