In 100 mila contro i rifiuti Fischi all`arcivescovo Sepe
ROMA — Famiglie andvate da tutta Italia, personaggi dello spettacolo, politici e anche il sindaco della città hanno sfilato per dire no al «biocidio» in atto nella Terra dei Fuochi, tra Napoli e Casería, dove bruciano montagne di immondizia. Erano in centomila quelli del «Fiume in piena», come è stato chiamato il corteo organizzato nelle vie del centro storico di Napoli. Un sabato tranquillo, malgrado i timori della vigilia. Cittadini esasperati che convivono con la sporcizia e gli odori nauseanti dell'immondizia non smaltita e devono tenere a casa i loro bambini. Luigi De Magistris dice di aver partecipato da semplice cittadino, senza fascia tricolore: «Con orgoglio dall'inizio alla fine ha marciato il nostro gonfalone. Una giornata bellissima per Napoli, l'ho fatto con gioia». Prima della manifestazione aveva avvertito: «Noi stiamo cambiando quel ciclo mortale delle ecomafie e degli inceneritori, delle cricche, della camorra. Nessuno deve strumentalizzare». La gente scesa in piazza chiede la bonifica delle terre campane inquinate da rifiuti illegali e tossici. I veleni della camorra. Qualcuno stringe tra le mani gli striscioni delle giovani vittime di queste illegalità. Morti per tumori legati, è l'accusa, alla presenza di sostanze pericolose. Preoccupa anche il rischio di contaminazione delle falde acquifere di Napoli, denundato da un rapporto dei militari statunitensi. «Esprimo il mio turbamento — dice il presidente dell'Ordine dei medici della città, Bruno Zuccarelli —. Non si deve sottovalutare, bisogna fare analisi». È il secondo corteo m due settimane contro la catastrofe ambientale. «Mi quantifichi il danno di non poter avere un figlio per paura di farlo vivere in un ambiente schifoso», grida una donna. Uno dei punti di riferimento di «Fiume in piena» è don Patriciello, il parroco di Caivano che da anni si batte per le bonifiche nelle zone inquinate: «Mi sento come un padre al quale hanno stuprato il figlio. Tutti si nascondono dietro la camorra ma qualcuno le ha dato i veleni». Ha sfilato anche il cantante Ni no d'Angelo che si è augurato «un risveglio delle coscienze». E poi sindaci e amministratori di altre città, solidali con la gente della Campania. Sono venuti da Milano, Reggio Calabria, Firenze e Padova. Fischi per l'arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, nonostante Patriciello avesse sottolineato l'impegno della curia. La direttrice nazionale di Legambiente, Rossella Muroni chiede «una terra pulita, basta parole e annunci». Una curiosità. Al termine del corteo in piazza del Plebiscito sono state distribuite oltre tré tonnellate di pane, iniziativa di Unipan, l'Unione panificatori della Provincia di Napoli.