Don Maurizio Patridello: «Perché gli industriali non sfilano con noi?»
NAPOLI — Don Maurizio Patridello, lei ha tenuto a battesimo i cortei contro il biocidio a Giugliano, Casal di Principe, Orta di Atella, Caivano. Ma a Napoli hanno sfilato in decine di migliaia. Ora cosa si aspetta? «Chi ha sfilato a Napoli è il figlio degli eroi delle Quattro giornate. È uno spirito di dignità che toma a ribellarsi. Mai visto nulla del genere. E a dire il vero ho avuto anche un po' di timore».
Perché? «Con così tanta gente, il rischio che potesse intrufolarsi qualche malintenzionato era serio. Perciò ho scritto ieri su Avvenire che avremmo preso le distanze da tutti i violenti. Siamo un popolo disperato, ma democratico e civile, che crede nel dialogo con le istituzioni, anche se in questi anni non hanno fatto il loro dovere».
Ma lei, che tra l'altro ha lavorato come infermiere ospedaliero, crede davvero che vi sia un unico nesso causale tra inquinamento e tumori? «Il tumore ha una serie di concause, ma l'inquinamento ha sferrato il colpo finale alla nostra popolazione».
Lei spesso assume un atteggiamento di comprensione nei confronti dell'ex collaboratore di giustizia Cannine Schiavone. Dice che almeno lui si è pentito, mentre nessun industriale o politico si è mai pentito per il disastro ambientale provocato in Campania. Non crede di far passare un messaggio distorto? «Schiavone sta dicendo delle cose, era lui che interrava i rifiuti tossici delle industrie. Perché la Confindustria non c'era stasera accanto a me? Perché il presidente degli industriali non ha sfilato in corteo?».
Il giudice Cantone avverte che Schiavone riferisce anche molte cose non vere. «Io non ho mai detto che Schiavone sia fonte di verità. Ma perché se racconta di aver interrato i rifiuti in un dato posto, poi nessuno va a verificare? E lo Stato che deve darci risposte».
Ma lei ha fiducia nelle istituzioni? «Non bisogna fare di tutta l'erba un fascio. Lo so bene. Cambiano le persone. Cambiano i ministri. Cambia la mentalità. Cambiano anche le conoscenze. Io sono un prete e la gente crede in me perché cerca speranze. Ma quante volte dall'altare ho redarguito i miei fedeli, perché la colpa dell'emergenza rifiuti era di noi cittadini? Sbagliavo. Non sapevo ciò che so oggi. Come potevo sapere che a Caivano venivano sotterrati i rifiuti tossici?».
Hanno fatto bene gli americani ad allarmarsi? «Gli americani hanno tutelato i loro militari che abitano nella base di Gricignano. Ð problema è che l'Italia non ha fatto nulla per i gricignanesi, per i cittadini che abitano all'esterno della base americana. E tutta qui la differenza. Se siamo in tanti qui in piazza significa che il problema non è stato affrontato. La camorra ha fatto il suo mestiere, ma gli industriali sono meno nobili della camorra, perché non avrebbero dovuto agire in questo modo, quando consegnavano i loro veleni a poco prezzo ai clan per farli smaltire. Io da un estraneo posso anche aspettarmi una cattiva azione. Ma da mio padre, dallo Stato, no».