Terra dei fuochi, 70mila al corteo guidato da don Patriciello. Presenza defilata del sindaco, fischi alle istituzioni La protesta

Una marea contro i veleni

Terra dei fuochi riaccende la città in settantamila contro i veleni c' è chi fischia Napolitano e Sepe
"Retrocesso" il gonfalone del Comune. Appello a Napolitano Via il gonfalone del Comune dalla testa del corteo
17 novembre 2013 - Antonio Di Costanzo
Fonte: Repubblica Napoli

SONO scesi in piazza incuranti della pioggia battente: in 70 mila dalla Terra dei fuochi hanno sfilato da piazza Mancini fino a piazza del Plebiscito, sotto la sigla "fiumeinpiena" per dire no ai veleni, ottenere le bonifiche, spegnere i roghi tossici. I gonfaloni sono stati costretti nelle retrovie del corteo, anche quello del Comune di Napoli. Il sindaco de Magistris ha percorso un breve tratto, «come un semplice cittadino e senza fascia tricolore». Don Patriciello dal palco ha chiesto l' intervento di Napolitano, qualche fischio dal pubblico all' indirizzo del capo dello Stato e del cardinale Sepe.
IL CORTEO prende il via poco prima delle 15 quando ancora devono arrivare altri manifestanti. Ma piazza Mazzini è già piena dalle 14 e la gente trabocca come un fiume sul Rettifilo. Pioggia e vento non bloccano la protesta della "Terra dei fuochi". Sono almeno 70 mila a marciare, 100 mila per gli organizzatori. Al di là del balletto dei numeri un dato è certo: ancora una volta la protesta contro l' inquinamento nell' area tra Napoli e Caserta è capace di radunare una marea di persone. Ad aprire la manifestazione la strana coppia del prete e dell' artista: sotto braccio don Maurizio Patriciello e Nino D' Angelo guidano il corteo seguiti pochi metri dietro dal segretario della Fiom, Maurizio Landini. I politici provano fin all' ultimo a mettere il cappello sulla manifestazione, non ci riescono e persinoi gonfaloni sono fatti arretrare. Intornoa quello di Napoli si registra l' unico vero momento di confusione che rischia di degenerare in tensione. Quando il vessillo di Palazzo San Giacomo cerca di avanzare, i manifestanti bloccano i vigili invitandoli a tornare dietro, in coda, con gli altri vessilli giunti da più Comuni. A prendere le difese del simbolo della città spunta un consigliere Pdl della quarta municipalità, si chiama Mario Maggio. Vuole che il gonfalone giallo-rosso apra la manifestazione: «Rappresenta milioni di persone», sostiene. Sono scintille con alcuni rappresentanti dei comitati e con il consigliere comunale Pietro Rinaldi. Momenti di agitazione, ma alla fine il gonfalone torna indietro, con buona pace del consigliere della municipalità. Tutti i politici sono costretti a tenere un profilo basso e ai pochi che girano con la fascia tricolore viene chiesto di togliersela. Profilo basso anche per il sindaco Luigi de Magistris. In pochi si accorgono della sua fugace presenza. In serata arriva il comunicato corredato da foto a testimonianza della sua effettiva partecipazione, rimasta top secret fino all' ultimo con il chiaro obiettivo di prevenire eventuali contestazioni: «Ho partecipato con gioia al corteo "un fiume in piena" e l' ho fatto con alcuni amici, come un semplice cittadino e senza fascia tricolore». In strada anche l' assessore Franco Moxedano, impegnato senza fortuna a cercare de Magistris: «Voglio stare al suo fianco», dice. C' è anche il vicesindaco Tommaso Sodano, anche se sono in pochi a incrociarlo tra tanti striscioni issati per dire "stop al biocidio" sui quali compaiono i volti dei bambini morti di tumore in questi anni. Il governatore Stefano Caldoro, invece, non è in piazza ma lascia un messaggio su twitter: «Non ci saranno più dati chiusi nei cassetti e tutto sarà pubblico ed aggiornato». I comitati alzano anche cartelloni con le foto di alcuni degli ex commissari straordinari all' emergenza rifiuti in Campania, da Antonio Rastrelli ad Antonio Bassolino, passando per Corrado Catenacci, Gianni De Gennaro e Alessandro Pansa, con sotto scritto "colpevole di biocidio". In piazza Plebiscito vengono distribuite oltre tre tonnellate di pane, portate dall' Unione dei panificatori. A spezzare simbolicamente il «pane della legalità, prodotto nella Terra dei fuochi» il padre comboniano Alex Zanotelli. Sul palco sale don Patriciello che nel momento più toccante e allo stesso tempo polemico della manifestazione elenca i nomi di tanti giovani morti di cancro in Campania e chiede a Napolitano di intervenire. Nei confronti del Capo dello Stato partono i fischi. Lo stesso accade per l' arcivescovo Crescenzio Sepe, nonostante Patriciello dica che la Curia è vicina alla gente. Al microfono si alternano a turno i vari rappresentanti della galassia dei movimenti ieri unita in un "fiume in piena". Poi il concerto e l' annuncio di alcuni studenti di voler dormire in piazza Plebiscito all' interno di tende

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