Tammorre e rabbia «Basta contare i morti»
Ci sono i più giovani a tenere alto il morale di chi arriva dalla provincia con un carico da novanta di veleni sulle spalle e tante aspettative. Per loro la lotta è contro l'inceneritore e da Giugliano e Qualiano sfilano dietro uno striscione per segnalare la priorità. «È una posizione forte, il nostro territorio non può continuare ad ospitare altri impianti che avvelenano l'aria», dice Gennaro, m compagnia del figlio Valerio. I ragazzi hanno voglia di cambiare il mondo e lo cantano a squarciagola anche dal Vesuviano, oltre che dall'area flegrea e dal Giuglianese. La lista dei comuni è lunga, gli striscioni colorati, la gente si conta sotto gli ombrelli salutandosi con affetto. Molti di loro chiedono notìzie sulla salute di conoscenti e amici ammalati. «Il numero di persone che si ammala di tumore ci fa paura- dice Mimmo- II registro lo teniamo noi, contando i morti nelle nostre famiglie». C'è anche gioia di essere presenti, perché vuoi dire essere vivi in quella terra che conta tanti, troppi morti per tumore. Chi sfila da il ritmo con le mani e nei cori, che si fanno via via sempre più feroci, non risparmiano nessun rappresentante delle istituzioni.
I ragazzi ballano al tempo del siseo, lo strumento tipico della tammuriata giuglianese con le paranze dei Mezzone e dei D'Alterio, arrivate da Lago Patria. Sono figli, fratelli e nipoti di chi ha cominciato a protestare vent'anni fa o sono gli stessi che nei licei hanno promosso cinefonim e dibattiti per sensibilizzare famiglie e docenti. Come i ragazzi del De Carlo e del Carte sio e della media Cante, che ha le classi cigno di Legambiente. «Non ci interessa capire di chi sono le colpe - dice Federica, 17 anni- A noi ora interessa che si metta subito fine allo scempio». È un fiume in piena, quindi, quello che invade la città per la seconda volta dopo aver sfilato per proteggere la terra dei fuochi anche tra Aversa e Giugliano nei mesi scorsi. Hanno lasciato parcheggiati in via Marina 35 bus, mol altri sono arrivati coi mezzi pubblici. Tra di loro anche gli organizzatori del Festival del cinema dei diritti umani di Napoli che il 10 dicembre farà tappa a Giugliano per raccontare le condizioni dei Rom. «Non dimentichiamoci che in questo contesto di degrado ambientale - denuncia Yasmine Accardo- 400 persone vivono in un'area attrezzata a ridosso di una discarica tra le più inquinanti del mondo». Nel corteo c'è anche Angelo Ferrillo, il blogger de La terra dei fuochi, origi- nano di Villaricca, al centro di una feroce polemica con don Patriciello sul metodo con cui raggiungere l'obiettivo della bonifica. «Avevo detto che sarei stato presente. Ma sono dispiaciuto perché ci hanno negato la parola sul palco, questo non fa bene all'unità dei comitati». Da Bacoli, Josi della Ragione porta le istanze della costa inquinata di Monte di Procida e la preoccupazione che la mappa dei veleni dell'area flegrea sia ancora da disegnare. «Abbiamo il timore che restiamo inconsapevoli e quindi maggiormente a rischio», dice. Preoccupazione sentita anche da Roberta e Gigi, che sfilano sotto la pioggia pensando al futuro della loro piccola Marta. Dario Cibelli e Salvatore Napolano sono due attivisti storici. «Stiamo distribuendo vo lantini per invitare le persone al convegno del 28 novembre bella sala consiliare di Qualiano». L'iniziativa del comitato nasce dalla preoccupazione per la salute. «Come tanti, ho il sangue avvelenato dal mercurio, abbiamo invitato degli esperti per fare chiarezza», dice Adele Basile, 35 anni. Con Giugliano mare ed Eco fascia costiera sfila la pasionaria Lucia De Cicco. Sul volto ancora le tracce delle ustioni che raccontano il gesto disperato di quando si diede fuoco per bloccare gli sversamenti a Taverna del rè. Poi, ci sono i camminatori di Lerka Minerka con Michele, Robería, Assia e Maria. «C'è un patrimonio naturalistico di grande valore ancora da tutelare», dicono. E dalla provincia si sfila anche per chiedere agli amministratori di non trascurare il servizio di raccolta differenziata. Troppi ritardi anche sulle isole ecologiche e siti di compostaggio. «Viviamo una situazione paradossale, la differenziata riparte ora con i commissari prefettizi arrivati in seguito allo scioglimento per camorra dopo che per anni siamo rimasti fermi al 14 per cento - dice Simona - Un pratica che sarebbe dovuta diventare un priorità del Comune visto che questa citi ospita decine di discariche, siti per le ecc balle e l'impianto Stir e ci ritroviamo sempre coi rifiuti in terra nei periodi di emei genza».