Un Plebiscito di protesta contro i veleni «Bonifiche, vanno fermati i clan» E il governo convoca i comitati
Le priorità Mappa dei siti, difesa dei prodotti agricoli e no a leggi speciali
La marcia dei 70mila fino al  Plebiscito. Ma anche, e soprattutto, un documento, sintesi delle  proposte di comitati, associazioni e cittadini, nel quale gli  organizzatori del corteo  fiumeinpiena indicano dieci priorità per  fermare il biocidio. Il movimento chiede la revisione del piano  bonifiche che ritiene inadeguato, l'aggiornamento e la diffusione della  mappa dei siti inquinati, la partenza del Sistri, ma soprattutto regole  stringenti per evitare che le bonifiche siano gestite dalla stessa  «cupola affaristico-criminale» responsabile del traffico di rifiuti  tossici; la tutela e il rilancio dell'agricoltura campana. Dai comitati,  quindi, è partita una lettera indiriz   zata ai tré ministri più  direttamente coinvolti nella questione Terra dei fuochi - Andrea Orlando  (Ambiente), Nunzia De Girolamo (Agricoltura) e Beatrice Lorenzin  (Sanità) - con la richiesta di essere ricevuti a Roma. E proprio da  Orlando è arrivato, a stretto giro, il primo ok al confronto. 
 Striscioni, foto, slogan e tanta rabbia nei confronti di chi  ha avvelenato un'intera regione. Ma anche, e soprattutto, un documento,  sintesi delle proposte di comitati, associazioni e cittadini, nel quale  gli organizzatori del corteo " fiumeinpiena" indicano dieci priorità  per fermare il biocidio. Un decalogo che, nei prossimi giorni, gli  esponenti del movimento presenteranno anche al governo. Dai comitati è  infatti partita una lettera indirizzata ai tré ministri più direttamente  coinvolti nella questione Terradeifuochi Andrea Orlando (Ambiente),  Nunzia De Girolamo (Agricoltura) e Beatrice Lorenzin (Sanità) - con la  richiesta di essere ricevuti a Roma. E proprio da Orlando è arrivato, a  stretto giro, il primo ok: il ministro dell'Ambiente ha infatti  assicurato che incontrerà al più presto i promotori del corteo che ieri  ha visto sfilare 70mila manifestanti da piazza Mancini a piazza  Plebiscito.   Ma quali sono i dieci interventi che " fiumeinpiena"  ritiene essenziali per dire finalmente «stop al biocidio»? Al primo  punto c'è una questione di metodo, quello della partecipazione e del  confronto con i cittadini, che le istituzioni, nazionali e locali,  dovranno adottare per ogni decisione e proposta che riguardi i  territori. Poi c'è il capitolo più importante, quello delle bonifiche.  Il documento è chiaro: «II piano regionale delle bonifiche, appena    approvato, è inadeguato e va profondamente rivisto». Il movimento chiede  l'aggiornamento e la diffusione della mappa dei siti inquinati, la  realizzazione del Sistri, ma soprattutto regole stringenti per evitare  che le bonifiche siano gestite dalla stessa «cupola  affaristico-criminaie» responsabile del traffico di rifiuti tossici.  Terzo punto, strettamente collegato al secondo: la tutela e il rilancio  dell'agricoltura campana, «asse portante dell'economia regionale»,  attraverso la messa in sicurezza dei campi inquinati, l'intervento sulle  falde avvelenate e un'analisi delle produzioni ortofrutticole, «per  restituire certezze agli agricoltori e serenità a chi acquista i  prodotti delle nostre terre». Ancora: «Chi ha inquinato deve pagare»,  dunque è necessario istituire un fondo per le bonifiche finanziato dal  denaro confiscato alla camorra per gli sversamenti illeciti e dalle  imprese che hanno inquinato. Sul tema delle sanzioni, le richieste sono  rivolte a tutti i livelli istituzionali: all'Europa, perché istituisca  il reato di ecocidio; al governo, perl'introduzione dei delitti  ambientali nel codice penale;   alla Regione, perché approvi la legge  per la prevenzione degli sversamenti;   ai sindaci, perii  raggiungimento della quota del 65% di raccolta differenziata.   Il sesto  punto del decalogo è un secco no alle leggi speciali (in nome delle  quali «sono stati commessi arbitrii inconcepibili contro le leggi  ordinarie») e alla militarizzazione del territorio. Capitolo salute:  secondo ilmovimento bisogna individuare un piano sanitario pubblico  specifico per le zone colpite dagli sversamenti e istituire  «immediatamente ed effettivamen   te» il registro campano dei tumori.  Durissima    la    posizione    di " fiumeinpiena" sul piano regionale  dei rifiuti, che «va ritirato e completamente riscritto», con  l'annullamento del bando per l'inceneritore di Giugliano, la progressiva  chiusura degli impianti a combustione già presenti sul territorio  campano e «la certezza che non vengano aperte più discariche». La  posizione del movimento, insomma, è che «dò che non si può smaltire non  può più essere prodotto».   Ancora: stop ai roghi tossici, con  l'adozione di una strategia sì dissuasiva, «ma anche orientata a  promuovere un conferimento ordinario dei rifiuti speciali». Infine, il  decimo «comandamento»: per uscire dalla crisi ambientale, sostiene il  movimento, è necessario uscire anche dalla crisi sodale. Dunque, fermare  il biocidio vuoi dire necessariamente «rivendicare anche welfare, casa,  diritti essenziali, investire su un'istruzione pubblica e una ricerca  capaci di formare coscienze e competenze in grado di promuovere un  diverso modello di sviluppo perla nostra Regione».

