Veleni Resit: 20 anni al boss Bidognetti Il pm: bonificare usando i soldi del clan

L'esponente dei Casalesi è stato condannato per avvelenamento della falda acquifera e disastro ambientale con l'aggravante dell'associazione mafiosa. Al centro del processo il pesante inquinamento della discarica di Giugliano
15 novembre 2013 - Antonio Maria Mira
Fonte: Avvenire

DA ROMA «Ovviamente sono moto soddisfattto di aver ottenuto queste pesanti condanne, ma per raggiungere questi risultati noi magistrati facciamo una gran fatica, come un acrobata del circo». Cosi Alessandro Milita, pm al processo per il gravissimo inquinamento delle discarica Resit di Giugliano, commenta la condanna a 20 anni per avvelenamento della falda acquifera e disastro ambientale, con l'aggravante dell'associazione maliosa, per Francesco Bidognetti, "Cicciotto 'e mezzanotte", boss del clan dei "casalesi" e tra gli inventori delle ecomane. Sicuramente la più dura condanna per reati ambientali mai comminata, in particolare per gli illeciti sui rifiuti. E per una vicenda simbolo come quella della Resit, dove sono finiti assieme ai rifiuti urbani anche centinaia di migliaia di "veleni" provenienti dal Nord, compresi, amara ironia, quelli della bonifica dell'Acna di Cengio. Ma il magistrato, che è giunto a questi importanti risultati dopo anni di inchiesta e ben quattro di processo, chiede ora di fare un passo avanti. «Finché non si faranno le bonifiche di queste aree le condanne, pur dure, non basteranno». E allora, di fronte ai problemi per reperire risorse per il risanamento, lancia la proposta: «Attingiamo dalle tasche dei responsabili. Il Pii prodotto dal crimine è altissimo e quindi sarebbe molto utile in una situazione di grave deficit del bilancio statale». E qui sono in ballo tanti soldi. «Per la bonifica della Resit è stato calcolato che servono 100 milioni di euro. Noi ne abbiamo sequestrato ai responsabili 19 che sarebbero un buon contributo, ma non c'è la norma che permetta di usarli per questo scopo». Dunque, avverte, «se non si modificano le norme sarà molto difficile sequestrare i beni degli inquinatori: serve un sistema molto chiaro, sia perle bonifiche che per i sequestri. E oggi non c'è». Eppure «si potrebbe creare economia lecita, lavoro pu- av- lito, usando il denaro sporco». n processo che si è concluso davanti al gup Claudia Picciotti è solo quello col rito abbreviato. Proprio per questo gli imputati hanno potuto beneficiare della riduzione della pena di un terzo. Milita aveva, infatti, chiesto 30 anni per Bidognetti e 12 per l'ex parlamentare Mimmo Pinto (prima in Dp, poi coi Radicali, infine candidato indipendente con Berlusconi), fondatore dei "Disoccupati organizzati" di Napoli, dirigente di Lotta Continua, finito sotto processo come presidente del Consorzio Napoti 3. Pinto è stato assolto dall'accusa di aver contribuito all'avvelenamento della falda ma condannato a 6 anni per disastro ambientale e falso. Invece per Giuseppe Valente, ex presidente del consorzio Impregeco, per il quale il pm aveva chiesto 6 anni, è scattata la prescrizione per tutti i reati. E anche su questo Milita non nasconde la grandi difficoltà che i magistrati incontrano. «Tutti i processi complessi, come sono sempre quelli che riguardano i rifiuti e l'ambiente, finiscono purtroppo prescritti, o in primo grado o in appello. A meno di riuscire a provare l'aggravante dell'articolo 7, ma non sempre ci si riesce. Anche perché questi processi complessi non riguardano ladruncoli ma persone importanti, m alto...». Insomma anche qui la conferma «della necessità di una migliore normativa: serve un ciclo integrato di norme rese più agili, dando priorità a certi valori, come la tutela deÙa salute e dell'ambiente, ma anche dando più risorse agli uffici giudiziari». Altrimenti, «a noi tocca fare gli acrobati da circo...». Ora, incassate le importanti condanne, si va avanti col processo col rito ordinario che dovrebbe concludersi tra un anno. Processo che vede come maggiore imputato Cipriano Chianese, imprenditore dei rifiuti, proprietario della Resit e di molti altri "buchi neri", in affari coi "casalesi" ma anche con le istituzioni, più volte arrestato. «Se regge l'articolo 7 - sottolinea ancora Milita - il processo non sarà prescritto».

CAMPANIA: UE, OK 108 MLN PER RENDERE BALNEABILI 60 KM DI COSTE DELLE AREE DOMIZIANA E FLEGREA

Via libera dalla Commissione europea a due progetti per oltre 108 milioni di euro per migliorare la qualità delle acque della costa Domiziana e del litorale Flegreo in Campania, tra le zone più inquinate della regione. L'obiettivo è duplice: migliorare le condizioni dell'ambiente e promuovere il turismo, rendendo balneabili 60 êò di costa. Entrambi i progetti dovrebbero essere attuati entro la fine del 2015.1 due progetti rientrano nella strategia globale di gestione delle risorse idriche in Campania, per un investimento complessivo di oltre 500 milioni di euro, che saranno cofinanziati dalla UE. Il progetto principale per la Domiziana prevede la costruzione di reti fognarie e impianti di trattamento delle acque reflue per migliorare la qualità delle acque, rendendo balneabili 45 km di costa. Il principale progetto nelle zone flegree prevede la costruzione, il completamento e il miglioramento del sistema fognario che serve il litorale e il risanamento ambientale dei laghi costieri di Averno, Lucrino, Miseno e Fusaro, devastati dall'inquinamento, compresi sversamenti di rifiuti industriali "gestiti" dalla camorra. Secondo il commissario europeo alle politiche regionali, Johannes Hahn, «questi progetti sono un buon esempio dei nostri investimenti regionali che contribuiscono a migliorare le condizioni di vita dei dttadini.Allo stesso tempo contribuiscono a tutelare e valorizzare l'ambiente costiero», un fattore «di vitale importanza per l'industria turistica e l'economia della Campania».

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