Domani corteo a Napoli: «Saremo un milione». Il sindaco di Afragola: non accetto l'invito di de Magistris

Occupato l`inceneritore, interviene la polizia

15 novembre 2013 - Annalisa Aiardo
Fonte: Roma

ACERRA. I movimenti che stanno preparando il corteo di dimani contro il biocidio a Napoli, parlano di un fiume di un milione di persone pronto ad attraversare la città. L'appello del sindaco di Napoli Luigi de Magitris ai primi cittadini di Napoli e Casería a partecipare alla manifestazione, continua a creare polemiche. A replicare subito il sindaco di Afragola: "Caro de Magistris, dopo la tua comunicazione che invita tutti noi sindaci della provincia di Napoli a partecipare alla manifestazione mi sono persuaso definitivamente della opportunità di non prendervi parte. La legittima protesta dei cittadini di fronte a questo disastro annunciato, non può essere, a mio parere, l'ennesima occasione per confondere ruoli e responsabilità». Ma il clima è già caldo e ieri i movimenti insieme con i gruppi dei disoccupati organizzati hanno organizzato una prima éclatante protesta occupando l'inceneritore di Aerra per nove ore. I manifestanti si sono arresi, solo ad obiettivi raggiunti. Il caos comincia alle 7, con il blocco dei camion all'ingresso dell'impianto. Una quindicina tra senza lavoro e attivisti, riescono a varcare i cancelli. Diretti ai camini dell'inceneritore, si arrampicano alle cimi niere, raggiungendo un'altezza di 100 metri. Altri 40 invece, rimangono a terra e bloccando i camion in entrata, impediscono il conferimento dei rifiuti. L'inceneritore continua a bruciare. Sul posto, le forze dell'ordine delle locali stazioni, che cercano di mediare. A scatenare la rabbia dei manifestanti, la mancata convocazione a Roma dell'incontro con i vertici dei ministeri dell'Ambiente e del Lavoro, dopo lo slittamento del summit stato fissato per il 7 novembre scorso. «Vogliamo un tavolo interististuzionale con Regione, Comune e Provincia per un nuovo piano occupazionale - sbottano i disoccupati di Acerta e Napoli -, ma anche la chiusura dell'inceneritore perché inquina: le sue polveri sottili hanno fatto aumentare le allergie e l'asma tra i cittadini - proseguono gli attivisti -. Qui qualcuno comincia a sentirsi male: c'è una puzza insopportabile e c'è molto vento. Vogliamo la bonifica e lavorare». Momenti di tensione, quando gli agenti sgomberano l'area antistante l'ingresso dell'impianto, e richiudono i cancelli per far riprendere i conferimenti. All'estemo, la protesta prosegue con un sit-in. «Il nostro vuole essere un segnale - proseguono - perché questo impianto non crea ne lavoro ne tutela per l'ambiente e la salute, e uno simile lo vogliono costruire a Giugliano? Piuttosto, bonifichino i nostri territori, laddove è possibile».

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