Mancano i fondi per i siti ecologici, scintille con la Regione
Il piano rifiuti del Comune presentato al governo nello scorso mese di ottobre prevede la realizzazione di impianti di trasformazione ispirati alla green economy. No ai termovalorizzatori ma per realizzare il piano occorrono finanziamenti.
Da un lato la mano tesa ai comitati nellabattaglia ambientalista, dall'altro la corsa contro il tempo perrealizzare i mini-impianti ecologici scongiurando, così, la costruzione del termovalorizzatore. È un piano in due mosse quello lanciato da Luigi de Magistris per tentare di liberarsi dallamorsa dell'emergenza rifiuti. L'assist gli arriva dalla manifestazione sulla Terra dei fuochi in programma domani in città. Una mobilitazione senzaprecedenti a cui parteciperanno associazioni, movimenti e rappresentanti istituzionali da tutta la Campania. Così il sindaco di Napoli ha sposato, senza indugi, la linea di chi scenderà in piazza: «La manifestazione sarà apartitica e nessuno dovrà metterci il cappello sopra. Dobbiamo essere tutti presenti con i nostri gonfaloni», ha chiarito l'ex pm in un messaggio inviato agli altri primi cittadini che si trovano nelle province di Napoli e Caserta. Non tutti i sindaci, però, hanno risposto con entusiasmo all'appello. Già, perché quel «nessuno dovrà metterci il cappello sopra», per qualcuno significa esattamente il contrario: cioè il tentativo di de Magistris di fare propria un'iniziativa che nasce dal basso, dalla gente, da chi ha paura e teme per la propria famiglia e per il futuro. Da qui le polemiche, i distinguo e il disappunto di qualche politico con la fascia tricolore. Eccole le immancabili tensioni, che accompagnano puntuali anche le iniziative su cui sarebbe necessario unirsi più che dividersi. Intanto il sindaco di Napoli accelera. L'obiettivo è dar vita finalmente ai primi impianti. «Sia mo passati alla fase strutturale, dalla prima pietra posata perla costruzione di un impianto di compostaggio all'interno del carcere di Secondigliano al bando per il sito di compostaggio nell'area nord», ha chiarito nei giorni scorsi de Magistris. Che non ha risparmiato critiche a governo e Regione: «Aspettiamo che ci facciano realizzare anche à ecodistretto a Napoli Est, dove è sempre pronto il progettino dell'inceneritore. Sono con il coltello alla schiena ogni giorno e se mi distraggo le lobby degli inceneritori e la mafia delle discariche sono pronte a prendere i piani che abbiamo chiuso in un cassetto. La nostra posizione è ideologica ma anche concreta. Non rinunciamo al nostro modello e nonostante la crisi andiamo avanti». Il riferimento è al sito di Napoli Est, bloccato a causa delle procedure burocratiche ed amministrative. Da quelle parti si doveva fare l'inceneritore, il piano dei rifiuti del Comune invece prevede due impianti a freddo. C'è, poi, un piccolo particolare: per attuare questi interventi mancano le risorse. L'ex pm lo ha ribadito la settimana scorsa, chiudendo U X Forum internazionale dell'informazione perla salvaguardia della natura, organizzato da Greenaccord e dal Comune di Napoli a Castel dell'Ovo: «Sul fronte dell'ambiente abbiamo ottenuto già significativi risultati nonostante nessun fondo avuto dal governo e dalla Regione». Parole, queste, che hanno suscitato la reazione dell'assessore all'Ambiente di Palazzo Santa Lucia, Giovanni Romano: «Non è il momento di polemiche e proclami. È il tempo di lavorare concretamente. Meglio se tutti insieme. Purtroppo la raccolta differenziata nel Comune di Napoli è ancora ferma al 20 per cento. Grazie all'impegno dei sindaci e al nostro sostegno la percentuale relativa all'intera regione è vicina al 50 per cento, con punte di eccellenza in alcune città capoluogo. Conosciamo le difficoltà, ma è evidente che dal Comune di Napoli ci aspettiamo uno sforzo maggiore. Non sono utili le dimenticanze. Sulle risorse è bene precisare che dal 2010 sono disponibili gli 8 milioni e mezzo che la Regione ha garantito a sostegno proprio della raccolta differenziata. Solo qualche mese fa, dopo tré anni, il Comune ha pubblicato la prima gara di appalto per utilizzare queste risorse». La tensione, insomma, resta altissima.