Inceneritore, protesta choc disoccupati sulle ciminiere
Ma l'impianto non si ferma
ACERRA. Lavoro e ambiente, riesplode la protesta. A finire nel mirino dei manifestanti questa volta è stato l'inceneritore di Acerra. Una ventina tra disoccupati e ambientalisti di primo mattino hanno varcato i cancelli dell'impianto e si sono arrampicati sulle ciminiere ad oltre 100 metri di altezza dove hanno sostato fino a pomeriggio inoltrato. Mentre il grosso dei senzalavoro appartenenti alle sigle Mda e Banchi Nuovi hanno impedito l'accesso per oltre quattro ore a circa 20 tir stracolmi di rifiuti. Ci sono state scaramucce e piccoli tafferugli con le forze dell'ordine che sono riuscite intomo alle 12 ad aprire un varco per consentire ai camion di sversare l'immondizia. L'impianto durante la protesta ha continuato a funzionare regolarmente. A scatenare la protesta, durata oltre 9 ore, sono stati i disoccupati che negli anni scorsi facevano parte del progetto Bros: motivo, la mancata convocazione a Roma per un vertice con i ministeri dell'Ambiente e del lavoro per mettere a punto un piano di reimpiego dei corsisti da tré anni senza alcun sussidio. «Vogliamo che venga riunito un tavolo interistituzionale con Governo, Regione, Provincia e Comune di Napoli per avviare un nuovo piano che abbia sbocchi occupazionali», spiega Consiglia Terracciano, leader storica dei movimenti di protesta. «Ci sono 7 milioni e mezzo da destinare alla Regione per il problema lavoro. Sono bloccati a Roma», incalza Rosaria, una giovane disoccupata dei Banchi Nuovi. «Ma noi siamo qui anche per chiedere la chiusura dell'inceneritore - dicono i manifestanti - è incompatibile con l'inquinamento ambientale». Il vento del Pantano fischia forte e spazza i camini del termovalorizzatore dove la pattuglia di disoccupati e ambientalisti ha calato degli striscioni. Sono guardati a vista dai poliziotti e dai carabinieri coordinati dal vicequestore Pietropaolo Auriemma. In fila dalle prime ore del mattino una ventina di autocarri in attesa di sversare tonnellate di rifiuti. I disoccupati presidiano i cancelli impedendone l'accesso. Ed è così che alle 11 c'è una prima carica di alleggerimento delle forze dell'ordine che consente il passaggio di tré tir. I manifestanti vengono sollevati di peso, c'è qualche piccola scaramuccia, ma alla fine il cancello resta aperto ed i camion riescono ad entrare nell'impianto. Alle 16.45 arriva la svolta. DaRoma c'è la disponibilità ad incontrare una delegazione di disoccupati per la prossima settimana. Dalle ciminiere scendono i ventisei manifestanti. Tutti a casa. Almeno per il momento.