"Amianto nel cortile dell'ospedale Pascale"
Amianto al Pascale. Una tettoia ondulata in eternit che da anni ricopre un capanno di proprietà dell'Enel. Si trova nel cortile del polo oncologico, a pochi metri dall'amministrazione e dalle corsie.
A denunciare la presenza del manufatto da cui potrebbero sprigionarsi sostanze velenose (se le analisi di laboratorio confermeranno il sospetto) nell'aria e negli ambienti a ridosso della struttura, è Tonino Pedicini, il direttore generale dell'istituto. "Per ora ho fatto solo una segnalazione al dipartimento di Prevenzione della Asl Napoli 1 centro", premette il manager, "ma è da più di un anno che ho avvertito l'Enel. Guardi, si vede bene anche dalla mia finestra, sembra proprio amianto, è assurdo che finora non sia arrivata una risposta".
La baracca ricoperta dalla lamiera in asbesto ha quattro piccole finestre e, probabilmente, un tempo era saltuariamente occupata dal servizio di guardiania. Dopo la scoperta dell'amianto nei capannoni dismessi e deteriorati proprio davanti al mare di Posillipo (a Riva Fiorita), tocca al Pascale fare i conti con le polveri micidiali.
Quelle polveri provenienti dalle fibre dei composti minerali che, se inalati, rappresentano un notevole rischio per la salute dell'uomo. Dall'asbestosi al mesotelioma (tumore della pleura) e fino al carcinoma del polmone. Situazione paradossale che in questo caso riguarda una struttura di ricovero per pazienti oncologici, a loro volta, esposti a patologie tumorali o comunque invalidanti. Va ricordato però, che il pericolo, diventa reale solo se la tettoia è danneggiata. La lettera spedita all'Enel e in contemporanea alla Asl 1, è firmata dal direttore sanitario Sergio Lodato. Nel documento si legge di "sospetto materiale contenente amianto in un prefabbricato in cattivo stato di conservazione presente in un cortile erroneamente ritenuto di pertinenza dell'Istituto".
Poi, nel merito, Lodato accenna al "sopralluogo effettuato e all'ispezione visiva da lontano: pessime condizioni e parti mancanti". E che sia proprietà dell'Enel lo si evince dal cartello posto sulla cancellata che affaccia su via D'Antona: "Distribuzione Spa. Zona Napoli Centro, satellite Cardarelli". "I problemi ambientali si possono risolvere", osserva Pedicini, "basta la buona volontà e guardarsi attorno con attenzione, proprio come è capitato qui, al Pascale".
Adesso, l'ultima parola spetta al Dipartimento di prevenzione della Asl che dovrà confermare o meno la presenza di amianto.
"Faremo subito un'ispezione per adottare i provvedimenti previsti a tutela della salute pubblica. Chi è detentore del manufatto sospetto, in questo caso la tettoia", spiega Lucia Marino, direttore del servizio competente, "ha l'obbligo di valutare il rischio e provvedere a monitorare l'eventuale dispersione di fibre. Tutto ciò presuppone un programma di manutenzione e controllo per la messa in sicurezza". E mettere in sicurezza non sempre si identifica nella rimozione del materiale, visto che oggi è possibile anche procedere al confinamento o all'incapsulamento che impedisce la dispersione nell'aria delle fibre.