Da Poggioreale ai Colli Aminei la città delle discariche abusive
Il censimento dell'Asia: 66 sversamenti a cielo aperto per 30mila tonnellate tossiche
13 novembre 2013 - Valerio Iuliano
Fonte: Il Mattino
Trentamila tonnellate di rifiuti, molti dei quali altamente tossici e con conseguenze devastanti per la salute dei cittadini. È la cifra relativa agli sversamenti effettuati ogni anno dai napoletani e dagli abitanti della provincia in 66 discariche abusive a cielo aperto. Tutte dislocate a Napoli, distribuite a macchia di leopardo sull'intero territorio cittadino, da Bagnoli a Ponticelli, passando per il centro. «Una grave minaccia per l'ambiente e un oltraggio a tutta la città», fanno sapere daAsìa, che ha effettuato un rigoroso censimento delle aree, invase ogni giorno da un'ingente mole di rifiuti solidi urbani e da quantità altrettanto cospicue di materiali pericolosi. «Questi ultimi sono i cosiddetti rifiuti speciali - spiegano i tecnici - ovvero scarti di lavorazione industriale, vernici, solventi, pellami, pneumatici. Oppure i rifiuti combusti, cioè quelli solidi urbani bruciati che divengono perciò speciali. E molto spesso vi si trova anche l'amianto. Sono tutti materiali altamente pericolo si». Piuttosto sorprendente la prove nienza. Gli sversamenti sono opera, in buona parte, di ditte dell'hinterland che scelgono discariche in città, contribuendo ad aumentare fl carico di spazzatura gettata dai napoletani. «È molto frequente rinvenire in queste zone, scarti industriali depositati da autovetture o furgoni di fabbriche del vesuviano o dell'area a nord di Napoli. I rifiuti speciali sono misti con quelli solidi. Spesso troviamo buste di spazzatura di comuni della provincia. Questo accade perché tanti vengono la mattina a lavorare in città e depositano qui i loro rifiuti». Le 66 discariche a cielo aperto, oltre che un guasto irreparabile all'ambiente, determinano anche enormi costi perla collettività. Ammonta a circa 15mila euro il prezzo di un intervento straordinario di bonifica. Un'opera che, in molti casi, richiedel'arrivo di una ditta specializzata per la rimozione dei rifiuti pericolosi. Mentre ali'Asia spetta togliere quelli solidi urbani, così come nel resto della città. Ma la procedura è piuttosto lunga e complessa. L'azienda comunale, dopo aver accertato la presenza dei materiali tossici, deve aprire un bando di gara per individuare la ditta cui spetta la rimozione dei rifiuti speciali. E l'intervento può essere effettuato solo dopo l'indicazione da parte della Provincia di un sito di smaltimento, con un impianto adatto. In tutto, circa un mese per bonificare l'area. E molto spesso la bonifica si traduce in tempo e soldi sprecati. «Ci sono zone, come quella di Via Brecce a Sant'Erasmo a Poggioreale, dove bonifichiamo la sera - spiegano ancora da Asia - e la mattina dopo ritroviamo tutto come prima dell'intervento. È uno dei casi più clamorosi di in civiltà, peraltro a 500 metri in linea d'aria da Palazzo San Giacomo». Per combattere la piaga degli sversamenti illegali, il Comune ha previsto sanzioni fino a 500 euro. Mentre perle ditte identificate come responsabili, dopo la multa, si arriva anche alla chiusura forzata dell'attività. Al nucleo della PoliziaAmbientale spetta l'opera di investigazione sui reati ambientali. Sei isole ecologiche sono oggi attive in città, per la raccolta dei materiali ingombranti e per la consegna di rifiuti elettronici. A quelle già presenti di via Salgari a Ponticelli, di via Ponte della Maddalena e di via Saverio Gatto ai Colli Aminei, se ne sono aggiunte recentemente altre tré a Scampia, a Miaño ed a Puorigrotta.